News Notizie Mondo Grecia: il dopo-referendum secondo gli analisti

Grecia: il dopo-referendum secondo gli analisti

Pubblicato 6 Luglio 2015 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:59
La vittoria del "no" al referendum in Grecia, svoltosi ieri, porterà inevitabilmente a delle conseguenze sul piano politico, economico e finanziario della Grecia e dell'Europa intera. GianPaolo Bazzani, amministratore delegato di Saxo Bank Italia, ha provato a individuarle. Tra quelle politiche spicca il rischio che, dopo aver trascinato l'Europa verso macroscopici errori, la Germania si arrocchi su posizioni oltranziste e costringa l'Europa a lasciare sola la Grecia, portando il Paese a un disastro umanitario e al disfacimento dell'aggregazione europea. A livello economico, invece, se la Bce (che non può finanziare un Paese fuori da un programma di aiuti) non finanziasse più le banche greche, queste andrebbero in fallimento entro venerdì e con esse la Grecia. Non solo, secondo Bazzani entro un mese sarà annunciato il parziale consolidamento del debito greco e l'Italia perderà almeno 10 miliardi di euro. Infine, sul piano della finanza, la volatilità sulle Borse continuerà nelle prossime settimane e lo spread salirà di 20/50 punti base. "Ci sarà una possibile carenza di liquidità sul mercato dei bond di Italia, Spagna e Portogallo (questo potrebbe far scappare gli Hedge Funds)", individua Bazzani secondo cui però il rischio contagio sarà limitato a Paesi come Bulgaria e Ungheria perché legate alle banche greche. Mentre, ironia della sorte, tra le grandi banche europee più colpite ci sarà Deutsche Bank. Sul mercato delle valute, l'euro si indebolirà inizialmente per poi consolidarsi. Tuttavia, "entro un mese le Borse europee festeggeranno l'accordo dove la Grecia potrà ricevere il beneficio di una riduzione del debito", conclude Bazzani.