Grecia ad un passo dal fallimento: adesso Atene fa più paura di Caracas
A gambe all’aria sotto il Partenone. Magari entro il 19 maggio, ossia quando Atene dovrà rimborsare titoli di stato per 9 miliardi di euro? Le scommesse sono aperte, questa volta per davvero. Perché neanche i 45 miliardi, che Bruxelles e il Fondo Monetario internazionale sarebbero pronti a devolvere alla causa della Lehman Brothers dell’Egeo, potrebbero bastare. Se ieri gli investitori valutavano la Grecia allo stesso livello dell’Argentina, oggi la paura si è spinta oltre. I mercati finanziari considerano il default sul debito della Grecia a cinque anni più probabile dell’ipotesi contraria e il costo di assicurarsi dal rischio sul debito greco è arrivato in vetta: è il più alto al mondo.
Secondo i dati di Cma Datavision, i credit default swaps (Cds o polizze anti crack) greci a cinque anni sono saliti al valore record di 911,6 punti base. Livelli, che in questa singolare classifica superano quelli venezuelani che detenevano il primato tra tutti quelli sul debito sovrano seguiti da Cma. Il mercato “calcola” al 52,6% la probabilità di un default di Atene rispetto al 44,4% di Caracas.
I Cds a cinque anni della repubblica boliviana valgono invece “appena” 836 punti base. All’indomani della sonora bocciatura da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che ha abbassato il rating creditizio del paese ellenico al livello di “spazzatura”, portandolo allo speculativo BB+, assicurare 10 milioni di dollari di debito greco per cinque anni costa oltre 900.000 dollari.
Ma la Grecia non gioca la sua partita da sola. L’ipotesi di vedere Atene fallita e fuori dall’euro, un Portogallo vicino a seguirne la stessa sorte, una Spagna in profonda crisi d’identità con una disoccupazione che sembra inarrestabile è questo l’incubo che spadroneggia sulle Borse del Vecchio Continente, da cui tutti vorrebbero svegliarsi con una soluzione in tasca. E che per molti operatori di mercato contattati da Finanza.com, se arriverà tardiva, potrebbe rivelarsi fatale.
“I mercati hanno bisogno di una risposta immediata, già oggi. Aspettare il 10 maggio quando è in programma un vertice straordinario della Ue per cercare di tirare le somme nella crisi greca potrebbe essere tardi”. E’ questo il commento che va per la maggiore nelle sale operative per spiegare il nervosismo che gira a mille da Piazza Affari a Francoforte, da Parigi a Londra. C’è chi si spinge a dire che “i più pessimisti ipotizzano una soluzione alla Lehman Brothers per Atene, per poi raddrizzare il tiro, aggiungendo: “non credo che sia il caso di dare retta a questi speculatori perché è uno scenario poco realistico pensare che l’Unione Europea possa decidere davvero di far fallire un paese che conta per il 2% sull’Europa per saltare così la valuta”.
Un altro trader sulla stessa lunghezza d’onda nota come l’ipotesi di un fallimento di Atene non sia in realtà così scontata dalle Borse. “Basta guardare i movimenti sul mercato delle valute: l’euro è vero che si sta indebolendo ma non è stato massacrato. Questo mi lascia pensare che la Grecia non sarà abbandonata a se stessa”. “La verità è che i mercati sono nelle mani della speculazione, da Goldman Sachs a Merrill Lynch. E in questo momento queste banche hanno attaccato la Grecia e i paesi periferici: è evidente che se non ci sarà un intervento secco la Grecia al 9 maggio non ci arriva”, prosegue l’operatore.
“Serve un intervento oggi per non rischiare di vedere andare a gamba all’aria tutto”. Nel mare magnum delle tante “idee” che circolano nelle sale operative un altro trader segnala, con un pizzico di ironia, che è arrivata anche a girare la voce che un default del Libano sia inferiore a quello del Portogallo. “Il Libano è fallito ogni anno negli ultimi 50 anni, se non è follia questa…”. E la giornata non è ancora finita. Anche se i mercati potrebbero trovare la forza per scrivere un epilogo diverso da quello di ieri. La Borsa di Atene sta, infatti, facendo segnare, un sensibile rialzo. L’Indice Generale, che aveva aperto al ribasso, adesso registra guadagni pari all’1,85% con un occhio all’annunciata conferenza stampa Bce, Fmi, Germania. L’indice è tornato anche sopra la quota simbolica dei 1700 punti.