A. Grech: il ricorso al mercato di Portogallo e Spagna potrebbe aprire una nuova crisi dell’euro
Dopo una prima parte di seduta tonica, il progressivo indebolimento dei listini azionari dopo l’apertura di Wall Street ha appesantito la moneta unica, che dopo un massimo di seduta a 1,3432 dollari, in questo momento scambia a 1,3294. Segno meno anche per il cambio con lo yen a 109,07.
Gli operatori non stanno approfittando dell’aggiornamento arrivato dagli ordini alle imprese statunitensi a novembre, che hanno decisamente battuto le attese mettendo a segno un rialzo dello 0,7%. Sempre per quanto riguarda i dati macro, nella prima parte di seduta erano arrivati gli indici relativi l’andamento del mercato del lavoro tedesco, che a dicembre ha visto il tasso di disoccupazione confermarsi al 7,5%, e la stima flash dell’inflazione di Eurolandia, che nell’ultimo mese del 2010 è cresciuta sopra le stime ed il target Bce del 2,2%.
Nonostante queste indicazioni, Anthony Grech di IG Markets pronostica che nel “medio termine, la direzionalità dell’euro sarà determinata dalle preoccupazioni per il debito sovrano della zona euro: gli sforzi di rifinanziamento necessari per il Portogallo, la Spagna e gli altri Paesi potrebbero determinare una nuova fase nella crisi della moneta unica”.
La sterlina nella seconda parte ha invece confermato i guadagni della mattina. L’indice relativo al settore manifatturiero britannico è salito a dicembre a 58,3 dai 57,5 punti di novembre, contro i pronostici orientati per un calo a 57,2. Da IG Markets Christopher Beauchamp rileva come questo dato abbia “contribuito ad attenuare l’eventuale impatto negativo sulla sterlina causata dal rialzo dell’IVA”, in vigore da oggi. In questo momento il pound quota 1,5580 (+0,6%) dollari e 127,77 (+1%) yen.