Notizie Notizie Mondo Gli Stati Uniti di Trump capitale delle cripto: Bitcoin si riavvicina ai $100.000

Gli Stati Uniti di Trump capitale delle cripto: Bitcoin si riavvicina ai $100.000

8 Maggio 2025 15:16

Il Bitcoin torna a far parlare di sé e lo fa in grande stile: per la prima volta da febbraio si avvicina di nuovo al traguardo dei 100.000 dollari. A far volare la criptovaluta sono ancora una volta le ultime novità arrivate direttamente dagli Stati Uniti.

Durante un’audizione al Congresso, il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha lasciato intendere che l’amministrazione Trump vuole fare sul serio con la regolamentazione degli asset digitali. L’obiettivo? Rendere gli USA il punto di riferimento numero uno al mondo per l’industria cripto.

Bitcoin e politica: una riserva strategica per gli Stati Uniti

Che a Donald Trump piacciano le criptovalute non è certo una novità. Quest’anno la Casa Bianca ha firmato un ordine esecutivo per creare la Strategic Bitcoin Reserve, congelando 198.000 Bitcoin sequestrati, oggi pari a quasi 20 miliardi di dollari. Una mossa che ha segnato un cambio di passo: il Bitcoin entra a far parte delle logiche di politica economica sovrana.

“Un tempo le crypto erano solo una narrativa”, spiega Gabriel Debach, analista di mercato per eToro. “Oggi sono una voce reale nei bilanci: riserve, flussi regolati, strumenti fiscali”.

Bitcoin entra nei bilanci pubblici: Texas, Arizona e New Hampshire aprono la strada

Come ricorda sempre Debach, negli Stati Uniti, le iniziative per creare riserve pubbliche in Bitcoin si stanno moltiplicando. In Texas, il disegno di legge SB 21, già approvato al Senato e in commissione alla Camera, punta a istituire la Texas Strategic Bitcoin Reserve. Si tratta di un fondo che potrà investire solo in asset digitali con una market cap di almeno 500 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi. Oggi, questo criterio lo soddisfa solo Bitcoin.

In Arizona, è stato creato un fondo “budget-neutral” per gestire crypto abbandonate e metterle in staking, mentre il New Hampshire ha dato il via libera a investimenti diretti in asset digitali da parte delle amministrazioni pubbliche.

“Il messaggio è chiaro: gli USA vogliono portare Bitcoin nel cuore delle istituzioni, non lasciarlo solo alla finanza alternativa”, sottolinea Debach.

Regno Unito e Germania: approccio prudente e vendite lampo

Ma non tutti seguono l’esempio americano. Il Regno Unito ha dichiarato che non intende creare una riserva nazionale in Bitcoin, definendola “non adatta al nostro mercato”. La Germania, invece, ha scelto di vendere. Nel 2024 ha liquidato circa 50.000 Bitcoin sequestrati, incassando 2,9 miliardi di euro. Peccato che oggi, quegli stessi Bitcoin varrebbero quasi 5 miliardi di euro. “Una differenza di quasi 2 miliardi”, osserva Debach. “Una scelta fiscale comprensibile, ma anche un’enorme occasione persa”.

Solana e Ethereum: gli altri protagonisti della scena cripto

Non solo Bitcoin: anche altri asset stanno guadagnando spazio. Per la prima volta, Solana entra nel radar di aziende quotate. Upexi, SOL Strategies e DeFi Development Corp hanno annunciato l’acquisto di oltre 724.000 token SOL, per un valore di circa 107 milioni di dollari. Una fetta piccola dell’offerta (solo 0,14%), ma un segnale chiaro: si sta tentando di costruire una nuova “MicroStrategy su Solana”, puntando su accumulo, staking e validazione.

Anche Ethereum prova a riconquistare centralità. Il 7 maggio è stato lanciato l’atteso Pectra upgrade, che introduce novità tecniche sostanziali e potrebbe rilanciare l’interesse verso il secondo asset più capitalizzato.

Il quadro è chiaro: il mercato delle criptovalute sta cambiando pelle. Tra ETF, Stati e aziende, la logica dell’accumulo strategico prende piede.

“I bilanci parlano ormai una nuova lingua: quella della riserva digitale”, conclude Debach. E intanto, il Bitcoin punta dritto al suo prossimo traguardo: quota 100.000 dollari.