Gli investitori guardano agli ETF per implementare la propria esposizione tattica ai mercati
Adatti a differenti tipi di utilizzo grazie alla loro flessibilità e facilità d’uso, gli Exchange Traded Funds hanno da sempre catturato le preferenze degli investitori per il loro basso costo abbinato ad un’elevata efficienza nella replica del sottostante. Utili sia per gli investitori inesperti che per operatori istituzionali, la loro duttilità li rende, a differenza dei classici fondi comuni d’investimento, adatti anche per trading di breve termine. Da una ricerca realizzata dalla società Market Intelligence Citywire per conto di SPDR ETFs, la piattaforma di Exchange Traded Funds (ETF) di State Street Global Advisors (SSgA), emerge infatti che gli investitori utilizzano principalmente gli ETF al fine di costruire un’esposizione tattica in alcuni mercati e asset class. Il sondando condotto tra 354 investitori, di cui 186 gestori di fondi globali in Europa e in Sud Africa e 168 gestori di patrimoni inglesi, evidenzia come uno dei vantaggi più importanti per chi investe in ETF, oltre alla loro efficienza a livello di costi e alla liquidità, è quello di poter accedere al mercato. In particolare gli investitori tendono ad utilizzarli per prendere posizioni in mercati altrimenti difficilmente raggiungibili con altri strumenti d’investimento. Lo studio ha rilevato che oltre la metà degli interpellati, precisamente il 52,7%, utilizza gli ETF per ottenere un esposizione tattica a specifici mercati, mentre più di uno su cinque (21,1%) li utilizza come “building blocks” per la costruzione di strategie core/satellite. In terza battuta, il 16,8% utilizza i fondi a gestione passiva come investimento primario.
I benefici dell’investimento attraverso gli ETF
Il ruolo giocato dagli ETF nell’approccio tattico all’asset allocation è stato evidenziato dalle risposte degli intervistati per quanto riguarda i benefici più importanti dell’investire in ETF. Gli intervistati hanno identificato l’accesso al mercato come uno dei primi tre vantaggi quando si investe in ETF, insieme all’efficienza dei costi e alla liquidità. “Questa ricerca mette in evidenza il modo dinamico con cui i manager e i gestori di fondi includono gli ETF all’interno dei loro portafogli di investimento”, ha commentato Scott Ebner, Managing Director e Global Head of ETF Product Development di State Street Global Advisors. “È anche interessante notare come gli investitori inizino a guardare oltre i mercati azionari e i mercati emergenti, considerando altre categorie come il reddito fisso e le strategie di dividendi – prosegue Ebner – e i risultati confermano la nostra convinzione che gli investitori stanno non solo ampliando il modo con cui utilizzano gli ETF, ma stanno anche ampliando lo spettro di asset class a cui accedere attraverso gli ETF”.
Utilizzo massiccio per puntare su emergenti e materie prime
Altro fattore che emerge dalle risposte date dagli investitori è la loro preferenza a utilizzare gli ETF per accedere ai più ampi mercati azionari, delle materie prime ed emergenti. Il 75,7% e l’85,9% rispettivamente dei gestori di grandi patrimoni che investono in azioni e in materie prime si affidano agli ETF. Allo stesso modo, il 96,2% e il 90,1% rispettivamente dei gestori di fondi globali che investono in azioni e materie prime accedono a questi mercati attraverso gli ETF. Ammonta invece al 64,4% la quota dei gestori di fondi globali che investono nei mercati emergenti attraverso gli ETF. Forte attenzione degli investitori verso i mercati emergenti confermata anche dai riscontri arrivati dal survey annuo condotto dall’Edhec-Risk Institute. In cima alla lista dei desideri degli investitori ci sono proprio gli ETF azionari legati ai mercati emergenti con il 47 per cento degli intervistati che vorrebbe un ulteriore sviluppo di prodotti legati a questo segmento di mercato, anche se in lieve diminuzione 52% che era emerso nella rilevazione dello scorso anno. Cresce la fetta di quelli interessati a replicanti sui mercati obbligazionari emergenti, con il 38% del totale che caldeggia la ricerca di nuovi prodotti in questo ambito rispetto al 37% dello scorso anno. Tendenza che potrebbe essere frutto secondo Edhec dei problemi legati alla crisi del debito sovrano nei mercati sviluppati che hanno indotto gli investitori a cercare di attenuare la loro esposizione investendo in obbligazioni dei mercati emergenti. Dall’indagine condotta da Edhec tra 174 investitori emerge anche che 77% degli interpellati pensa che gli ETF dovrebbero rimanere semplici produttori di Beta, mentre il 39% ritiene che gli ETF potrebbero essere più ampiamente utilizzati per prendere posizione su mercati di nicchia.