Soddisfare l’insaziabile appetito per Apple usando la carta ETF
Raddoppio dei profitti trimestrali, stacco della cedola dopo ben 17 anni, nuovo iPad e non solo. La recente cavalcata di Apple poggia su molti capisaldi che fanno propendere gli analisti per nuovi massimi in arrivo per il colosso fondato da Steve Jobs. In poco più di unmese sono state sfondate prima la soglia dei 500 dollari per azione e ora quella dei 600 dollari. E il consensus si attesta a livelli ancora più ambiziosi (659 $). Apple nel quarto trimestre fiscale (tra luglio e settembre) distribuirà un dividendo trimestrale di 2,65 dollari per azione (corrispondente un payout annualizzato di circa l’1,8%), destinato probabilmente a salire per entità nei trimestri successivi. La casa della Mela Morsicata ha inoltre autorizzato un piano triennale di riacquisto di azioni proprie (buyback) per un controvalore di 10 miliardi di dollari e all’orizzonte ci sono già altri catalyst a partire dal lancio del nuovo iPhone nel prossimo ottobre. “L’iPhone 5 dovrebbe rivelarsi il più grande lancio della storia di Apple”, è il pronostico degli analisti di Ubs che indica come prezzo obiettivo quota 675 dollari. Ancora più spinta la previsione di Morgan Stanley che ha un prezzo obiettivo a 720 dollari.
Da inizio anno Apple è salita a New York di oltre il 48% facendo da traino al Nasdaq salito del 20% in questo primo scorcio del 2012 potandosi ai massimi dal 2001, migliore tra i principali indici mondiali insieme al Dax tedesco. Allargando lo sguardo agli ultimi 2 anni, l’effetto Apple e non solo ha permesso all’indice tecnologico Usa di riportare rialzi pari al doppio di quelli garantiti dall’S&P 500.
ETF e Apple
L’eco dei record inanellati giorno dopo giorno da Apple non manca di avere dei riflessi anche sugli ETF. La capitaliazzazione record raggiunta dal colosso di Cupertino si traduce in un aumento del peso del titolo negli indici a capitalizzazione in cui è compreso. Essendo la prima società al mondo per capitalizzazione, il suo nome spicca al primo posto in molti indici per quanto concerne il peso complessivo. Alla fine di settimana scorsa da sola Apple contava per oltre il 18% all’interno dell’indice tecnologico Nasdaq 100, che risulta il sottostante di molti ETF tra cui il maggiore al mondo il QQQ proposto da Powershares. A Piazza Affari risultano quattro gli ETF che permettono di prendere posizione sul Nasdaq 100.
Con l’ultimo salto in avanti avuto lunedì dopo l’annuncio del primo dividendo dal 1995 il suo peso nel Naqdaq 100 è cresciuto ulteriormente e presto potrebbe arrivare a rappresentare un quinto dell’intero indice con il secondo titolo per importanza, Microsoft, che conta poco più del 9%, esattamente la metà. Peso che comunque non potrà spingersi oltre la soglia limite del 24% che rappresenta il livello massimo che un singolo titolo può pesane all’interno dell’indice delle 100 maggiori società hi-tech (e non solo) degli Stati Uniti.
Apple si ritaglia un posto di primo piano anche sugli altri principali indici a capitalizzazione Usa, con un peso superiore al 4% sui sull’S&p 500 che sull’Msci Usa. Nell’ordine del 5% invece il peso sull’Msci Usa Large Cap composto da 278 società a grande capitalizzazione quotate sulla Borsa di New York. Per avere un’esposizione solo marginale ad Apple ci sono invece gli ETF legati a indici non a capitalizzazione, come il Ftse Rafi Us 1000 che seleziona e pondera le mid e large cap Usa in base all’analisi fondamentale (a fine 2011 il titolo Apple non figurava tra i primi 10 titoli con un peso limitato allo 0,72%).