E’ il giorno della verità per il Portogallo e il suo governo. Spread di nuovo sotto pressione
Potrebbero essere le ultime ore per il governo socialista minoritario del premier portoghese Josè Socrates, che questo pomeriggio rischia di essere sconfitto in parlamento sull’ultimo piano antideficit di sviluppo e crescita (Pec) concordato con Bruxelles, e che già in serata potrebbe rassegnare le dimissioni aprendo una grave crisi politica accanto a quella finanziaria, che potrebbe spingere il paese verso un piano di salvataggio Ue-Fmi. La stampa di Lisbona unanime scommette sulla caduta del governo. “È il D Day: Socrates si dimette oggi dopo la bocciatura del Pec”, annuncia a tutta prima pagina Diario de Noticias.
Il principale partito di opposizione, il Psd di Claudio Passos Coelho che con la sua astensione finora ha consentito l’adozione dei tre precedenti piani antideficit lacrime e sangue, e salvato il governo nell’ultimo anno, la notte scorsa ha confermato che voterà contro il Pec in nome dell’interesse nazionale. Il presidente Anibal Cavaco Silva è “Pronto per le elezioni anticipate: è l’Ultimo atto”, titola Publico. “È finita: il parlamento oggi licenzia Josè Socrates”, annuncia anche il nuovo quotidiano generalista I e Journal de Noticias chiude il cerchio titolando che “Il Psd costringe il governo socialista alle dimissioni”.
La caduta del governo Socrates e l’avvio di una crisi politica, con sullo sfondo elezioni anticipate al più presto, che secondo i sondaggi dovrebbero essere vinte dal Psd di Passos Coelho, potrebbero spingere il paese verso quel piano di salvataggio Ue-Fmi, già scattato per Grecia e e Irlanda, che il governo socialista ha tentato ad ogni costo di evitare finora. Uno spauracchio che fa rispolverare agli investitori un copione ormai noto. E’ decollata di nuovo alta la pressione dei mercati sul debito sovrano del Portogallo. Il differenziale delle obbligazioni del Tesoro a cinque anni è aumentato in mattinata a 7 punti base, fino a raggiungere l’8,05%; mentre gli interessi a 10 anni hanno raggiunto i cinque punti base, fino al 7,54%, lo stesso livello al quale la Grecia e l’Irlanda sono state riscattate.
“Se il governo lusitano dovesse cadere, si aprirebbe una fase di inattività del parlamento e le tensioni sui mercati del debito sovrano potrebbero ampliarsi”, segnala Silvio Peruzzo di Royal Bank of Scotland. “Lo stiamo già vedendo oggi: sul Portogallo il mercato ha ricominciato a dubitare già oggi, anche se in Europa sono diversi i focolai di tensioni sono molti. Restano da tempo punti irrisolti in questa crisi, ma sono soprattutto Grecia, Irlanda e Portogallo a dominando la scena sui mercati”. “La crisi del governo portoghese potrebbhe rendere più probabile un ricorso agli aiuti del fondo salva-stati, pur nella considerazione che tra la fase di richiesta e la fase conclamatoria ci sarebbero degli elementi di incertezza per capire chi sarebbe il referente per sedersi al tavolo delle trattative con l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale”, osserva invece l’economista di Ing Bank Paolo Pizzoli.
Su quando potrebbe concretizzarsi il momento clou, quello della richiesta, l’esperto risponde che è difficile dirlo e ricorda: “dal punto di vista del funding il Portogallo ha un bond in scadenza in aprile già coperto con la disponibilità di cassa conseguente alle emissioni che il paese ha fatto fino ad ora quindi in realtà fretta non c’è”. “A giugno però – ricorda – scade un altro bond da 5 miliardi di euro che richiederebbe un nuovo ricorso al mercato e vivere una fase di instabilità politica renderebbe difficile fare nuovamente ricorso al mercato”. “La scadenza più pericolosa è ad aprile a fronte di redemption per 4 miliardi”, dice invece Carmela Pace di Mps Finance. “Giugno è troppo lontano. Già oggi gli spreads si stanno allargando e la situazione sui mercati potrebbe diventare insostenibile”.
Salvo un colpo di scena dell’ultimo secondo, il governo Socrates sembra quindi avviato verso le dimissioni, alla vigilia del cruciale vertice europeo di Bruxelles. Il dibattito parlamentare inizia verso le 16 ora italiana e il voto della plenaria sulle diverse risoluzioni anti-Pec dell’opposizione di centrodestra e di sinistra è previsto dopo le 19. Secondo gli analisti, in caso di bocciatura il premier potrebbe rassegnare le dimissioni già questa sera, o in alternativa attendere la fine del vertice Ue, venerdì sera. La spia rossa è di nuovo accesa sotto il cielo della Periferia d’Europa. All’ora della verità questa volta potrebbe mancare davvero poco.