Giornata no per Ubi, Banco Bpm e Bper. C’è lo zampino del Bund che invece fa volare Enel & co.
Banche unica nota stonata a Piazza Affari nel giorno dell’ultimo meeting BCE a guida Draghi. Il Ftse Mib segna un balzo dello 0,79% a 22.527 punti, chiudendo sui massimi annui toccati nelle scorse sedute. Niente novità di rilievo dalla Bce che ha confermato tassi, forward guidance ed entità del QE che ripartirà dal 1° novembre.
A Milano a tenere banco sono state le prime trimestrali di alcuni esponenti del Ftse Mib. STM ha strappato un +8,5% dopo aver riportato nel terzo trimestre dell’anno ricavi pari a 2,55 miliardi di dollari, in crescita del 17,5% rispetto al periodo precedente dell’1,2% anno su anno. L’utile netto e l’utile per azione dopo la diluizione sono invece diminuiti rispettivamente a 302 milioni di dollari e a 0,34 dollari contro i 369 milioni di dollari e 0,41 dollari fatti segnare nello stesso trimestre del 2018. Per quanto riguarda il quarto trimestre, STM si aspetta una crescita dei ricavi netti di circa il 5% come valore intermedio rispetto al trimestre precedente, corrispondente a una crescita anno su anno di circa l’1,2%.
Molto bene anche Saipem (+5,36%) che ha evidenziato un ritorno all’utile nei primi 9 mesi dell’anno. Confermata la guidance per il 2019 con una previsione di indebitamento netto al di sotto di 800 milioni di euro.
Trimestre oltre le attese per Mediobanca (+0,99%), unica banca a schivare le vendite insieme a Intesa Sanpaolo che chiude a +0,04%. Cali vicini al 2% per Banco BPM e Bper. La peggiore è stata UBI Banca. Nessuna notizia di rilievo, ma pesa il calo dei rendimenti con tasso del Bund decennale tornato sotto -0,4% dopo la Bce. Di contro il calo dei rendimenti ha dato linfa al rally delle utility: Enel +1,6% a 6,85 euro nei pressi dei massimi a oltre 10 anni, +1,9% Snam e +1,79% Terna.