Giappone, la BoJ interviene per frenare lo yen e stimolare l’economia
La crisi del debito pubblico in Europa e negli Usa si fa sentire anche in Asia tanto da spingere la Banca centrale del Giappone ad anticipare di un giorno le decisioni di politica monetaria e ad intervenire sui mercati valutari per cercare di frenare la forza dello yen. Nelle fasi di incertezza la valuta giapponese viene sempre vista come un porto sicuro su cui indirizzare le scelte di investimento.
Nella riunione di politica monetaria che si è conclusa anticipatamente questa mattina l’istituto centrale giapponese ha deciso all’unanimità di lasciare invariati i tassi di interesse nell’intervallo dello 0-0,1% ma ha alzato il tetto dell’operazione di allentamento monetario, portando da 40mila a 50mila miliardi di yen (da 360 a 450 miliardi di euro) le disponibilità per l’acquisto di asset. Una manovra che ha l’obiettivo di stimolare l’economia ancora penalizzata dal terremoto che lo scorso marzo ha colpito il Paese.
Le decisioni di politica monetaria della BoJ sono state accompagnate da un intervento sui mercati valutari per frenare la corsa delle yen. La forza della valuta locale sta preoccupando il Governo di Tokio per le ripercussioni che si hanno sul fronte economico. Il superyen tende a frenare l’export del Paese. Secondo gli operatori la BoJ è intervenuta sul mercato vendendo circa 800-900 miliardi di yen.
Tali mosse hanno mostrato una certa efficacia: il biglietto verde è risalito in breve da area 77 a oltre 79,3 yen, mentre il cross contro euro è salito da 110,45 punti agll attuali 113,3. La sopravvalutazione dello yen si era acuita nelle ultime giornate spingendolo ai massimi da oltre 65 anni contro il dollaro americano. L’intervento ha avuto però una ripercussione limitata sugli indici azionari. Il Nikkei è comunque riuscito a strappare il segno positivo, +0,23% a 9659,18 punti, mentre il Topix ha ceduto lo 0,1% scendendo a 826,36 punti.
L’operazione sul mercato valutario della BoJ segue di poche ora un analogo intervento da parte della Banca centrale svizzera che ieri ha deciso a sorpresa di tagliare i tassi di interesse Libor nel range 0,0-0,25% dal precedente 0,0-0,75% e ha alzato il tetto della manovra di allentamento quantitativo a 80 miliardi di franchi dai precedenti 30 miliardi. L’operazione ha l’obiettivo di frenare la corsa del franco svizzero, percepito come bene rifugio, che dall’inizio dell’anno ha registrato un progresso del 22%.
Nel primo pomeriggio sono in agenda le riunioni della Bank of England e della Bce che dovranno decidere sui livello dei tassi di interesse in Gran Bretagna e nella zona euro. Il consensus degli analisti non si attende variazioni alle attuali strategie intraprese dai due istituti nei precedenti meeting.