G20 al via a Mosca: sul tavolo la guerra delle valute, possibile ribasso per lo yen
Occhi puntati sul Giappone. Il pensiero corre inevitabilmente al Giappone, anche se probabilmente nel comunicato di inizio del G20 non si farà specifica menzione del Paese nipponico, per evitare tensioni. Secondo Sara Yates, global currency strategist di J.P. Morgan Private Bank, le manovre della BoJ “potrebbero portare gli investitori a preoccuparsi del fatto che la politica giapponese cambierà direzione e potrebbe pesare sul cambio dollaro/yen. Tuttavia – aggiunge – riteniamo che tali preoccupazioni siano infondate”. Secondo Yates “la politica del Giappone è volta a stimolare l’inflazione e la crescita – obiettivi sensati dato il lungo periodo di crescita limitata e deflazione. Tuttavia, una conseguenza di questa politica è una valuta più debole. Ma questa è anche la conseguenza del quantitative easing, o di un banchiere centrale che mostra il disagio per il recente livello del tasso di cambio della sua valuta”. Pertanto, mentre la debolezza delle yen giapponese potrebbe essere nascosta dalle notizie dedicate al G20, da J.P. Morgan Private Bank non si attendono che “tali preoccupazioni possano avere il potenziale sufficiente nella comunità mondiale per invertire le politiche del Giappone o l’andamento dello yen”.
Possibile ribasso per lo yen. Comunque, secondo Cmc Markets, “i trader terranno le orecchie ben aperte su ciò che verrà detto a Mosca prima di rivedere i portafogli e questo vale soprattutto per chi tratta yen. Sul fronte valutario , il dollaroyen è in predicato di tornare a 92: la spiegazione è che con il weekend dominato dal G20 gli operatori non saranno certo tentati di vendere yen a mani basse ma solo sotto 90,30 troverebbe spazio per ulteriori e più profondi ribassi”.
Altri temi. Per la prima volta della Russia come ospite della riunione delle maggiori 20 economie mondiali, al centro del dibattito non potranno che esserci anche le prospettive di crescita del mondo e sull’opportunità di bilanciare l’austerity con misure strutturali di stimolo all’economia, data la generale congiuntura di rallentamento soprattutto per quanto riguarda la zona euro. Altri temi che potrebbero essere toccati sono la riforma del Fondo Monetario Internazionale, in particolare della ripartizione delle quote che sarà probabilmente oggetto del summit dell’istituto di Washington che si terrà a settembre a San Pietroburgo.