Ftse Mib tocca i massimi dallo scorso ottobre, ma i livelli del 2007 restano un miraggio

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib si è portato su livelli che non vedeva dallo scorso ottobre, superando la resistenza chiave posta a 17.053 punti. Il principale paniere della Borsa di Milano non sembra però aver la forza necessaria per strappare al rialzo e in questo momento viaggia sulla parità in area 17.000 punti. Valori ancora lontanissimi dal massimo storico toccato nel maggio 2007 a 44.364 punti, ma in rialzo del 27,8% rispetto ai minimi del marzo 2009. Gli spunti più confortanti arrivano dal mercato secondario, dove lo spread tra il Btp a dieci anni e il Bund tedesco si è portato nuovamente sotto i 290 punti base. Questa settimana, a favorire la discesa del “termometro della crisi”, ci ha pensato il Tesoro italiano superando un altro test impegnativo.
Il Tesoro è infatti riuscito a collocare con rendimenti in netto calo Bot (3 e 12 mesi) per complessivi 12 miliardi di euro e Btp triennali per 5 miliardi di euro. Il debito pubblico, secondo i dati di Bankitalia, a gennaio ha però registrato un altro record: 1.935,8 miliardi di euro, 37,9 miliardi in più rispetto al mese precedente. E il mercato non ha guardato nemmeno alla revisione al ribasso del Pil della zona euro da parte della Bce, che ha abbassato il range tra -0,5% a +0,3%. Inoltre la disoccupazione dovrebbe raggiungere il 10,7%, il top da quindici anni.
Gli investitori si stanno concentrando nelle ultime sedute sulle singole storie societarie. Eni ha presentato ieri il nuovo piano strategico, focalizzato sulle attività di esplorazione e produzione. Il colosso di San Donato Milanese metterà sul piatto tra il 2012 e il 2015 59,6 miliardi di euro, che serviranno sostanzialmente a sviluppare le recenti scoperte. Eni vede una produzione di idrocarburi in crescita di oltre il 3% medio annuo e conferma di raggiungere i 2 milioni di barili al giorno alla fine dell’arco di piano.
Intesa SanPaolo, che ieri ha mostrato in Borsa un balzo del 4%, oggi cede lo 0,20% dopo i conti 2011. La banca MI-TO ha operato maxi svalutazioni nel bilancio per 10 miliardi di euro. Al netto di queste svalutazioni, l’utile di Intesa si è attestato a 1,93 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto ai 2,23 miliardi del precedente esercizio. Scongiurata l’ipotesi di un azzeramento del dividendo: il Cda della banca ha deciso di proporre un dividendo di 5 centesimi per azione, in calo rispetto agli 8 centesimi del 2010.
Da monitorare oggi il titolo Mps (-2% a 0,377 euro). Secondo quanto ricostruito da L’Espresso, una decina di giorni fa sarebbe arrivata a Rocca Salimbeni una lettera della Banca d’Italia che auspicava un aumento di capitale a prescindere dalle richieste della European Banking Authority. I vertici dell’istituto senese, secondo l’Espresso, hanno risposto con le stesse argomentazioni presentate all’EBA: via libera alle cessioni, no alla nuova ricapitalizzazione. Infine, il settimanale lascia intravedere l’ipotesi che nel bilancio 2011 del Monte vi sia spazio per maxi svalutazioni legate alle acquisizioni di Antonveneta e Biverbanca.
Infine, riflettori puntati su Fiat. Oggi si fermano, a causa dello sciopero delle bisarche, tutti gli stabilimento italiani del Lingotto. Nel pomeriggio, invece, grande attesa l’incontro in programma a Palazzo Chigi tra il premier Monti e i vertici della casa auto torinese, Sergio Marchionne e John Elkann.