FT, effetto Bagnai e Borghi su spread e banche. Il primo ha scritto libro ‘Basta euro’ (VIDEO)
Vendite improvvise su Piazza Affari, BTP ed euro (che però si riprende nel pomeriggio): per l’FT la colpa è di Alberto Bagnai e di Claudio Borghi. Stamattina Bagnai (Lega) è stato eletto presidente della commissione Finanze del Senato, mentre Borghi – considerato il promotore della proposta dei mini-bot, che molti vedono come moneta parallela all’euro – è diventato presidente della Commissione Bilancio della Camera.
Borghi è deputato della Repubblica Italiana, eletto in Toscana per la Lega e consigliere Comunale di Como, mentre Bagnai è un economista, professore associato di politica economica all’Università Gabriele d’Annunzio, eletto al Senato per la Lega nel collegio Abruzzo 01.
Io presidente alla Bilancio Camera e Bagnai presidente alla Finanze Senato. Direi che oggi è un giorno importante.
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) June 21, 2018
“Prima viene la democrazia, poi vengono tutti quelli che stanno all’esterno e che fino adesso c’hanno sempre fatto fare il contrario di quello che doveva essere fatto”.
Claudio Borghi pic.twitter.com/mqSfcg9zZT
— Umberto Molini ?? (@molumbe) June 20, 2018
I due, non è un mistero, sono tra gli esponenti politici italiani conosciuti soprattutto per le loro posizioni anti-euro. Basti pensare che, nel 2014, Alberto Bagnai ha scritto per conto della Lega di Matteo Salvini un manuale intitolato “Basta euro”.
‘Prof Bagnai is a rare Eurosceptic in Italian academia. Detractors say he leads a “small sect” with “peculiar” views.’
Hold my beer… https://t.co/9DKS6sV4dq
— Katie Martin (@katie_martin_fx) June 21, 2018
L’FT ricorda bene le identità della coppia, tanto da riprendere una frase proferita da Bagnai:
“Lasciare l’euro sarà costoso, ma meno costoso della sua alternativa”.
Il quotidiano risconosce che “la coppia (riferendosi anche a Borghi) non è stata scelta per posizioni ministeriali che assicureranno loro di avere gran voce in capitolo all’interno del governo. Tuttavia, la loro promozione a posizioni parlamentari chiave potrebbe rinnovare i timori sui mercati riguardo all’approccio dell’Italia nei confronti dell’euro”.
Ancora, il Financial Times scrive:
“Dopo il forte sell off che ha colpito gli asset italiani in attesa della formazione di un nuovo governo populista a Roma, i mercati si sono calmati nelle ultime settimane, grazie al ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ha inviato messaggi rassicuranti sull’impegno dell’Italia a rispettare la disciplina fiscale e le regole dell’Unione europea“.
E ora le nomine di Bagnai e di Borghi confondono i trader.
D’altronde, soltanto pochi mesi fa, prima delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, Bagnai parlava di un‘Italia che stava meglio senza l’euro. In un intervento a La7, aveva detto: ‘Uscire dall’euro ci conviene, vi mostro perchè la vecchia Italietta stava meglio‘.
Il Financial Times definisce i due “parlamentari, convinti euroscettici, della Lega di estrema destra”, e aggiunge che è la loro nomina a capo di commissioni parlamentari economiche chiave, a innescare “vendite sugli asset italiani”.
E i mercati hanno reagito oggi prontamente, con la febbre dello spread tornata a salire. Il differenziale è balzato di +10%, a 240 punti base, a fronte di rendimenti decennali che hanno segnato un corposo rialzo superiore a +6,5%, al 2,72%, dopo essere volati nei massimi intraday al 2,75%. I rendimenti dei Bund a 10 anni sono scesi del 10% circa, allo 0,33%.
Sul mercato valutario, l’euro ha accelerato al ribasso nei confronti del dollaro, cedendo quasi mezzo punto percentuale fino a $1,1521, prima di recuperare terreno dai minimi intraday e tornare anche sopra quota $1,16, sulla scia dell’assist arrivato, anche stavolta, dal ministro dell’economia Giovanni Tria. In occasione della riunione all’Eurogruppo, Tria ha infatti detto che “l’euro non è in discussione”, smorzando i timori su un allontanamento dell’Italia dal blocco dell’Eurozona. L’euro ha beneficiato anche dei dati macro poco confortanti arrivati dagli Stati Uniti, in particolare del crollo indice Philly Fed a giugno, che ha indebolito il dollaro.
Spread e Piazza Affari hanno continuato a segnalare, tuttavia, il nervosismo degli operatori dovuto al duo Bagnai-Borghi. Alle 16.16, il Ftse Mib perde -1,9% circa. Tra i titoli peggiori, oltre a FCA, che fa i conti con lo schiaffo della guerra commerciale a Daimler, si segnalano UniCredit -3%, Intesa SanPaolo -1,7%, Bper Banca -1,83%, banco BPM -1,7%, Ubi Banca, che cede più del 2%.
In un contesto di sell off sui BTP, i titoli bancari scontano l’annoso problema del doom loop.
(aggiornato alle 16.16 ora italiana)