Notizie Forex: lo yen non reagisce a debole pil Giappone, vola il franco svizzero

Forex: lo yen non reagisce a debole pil Giappone, vola il franco svizzero

16 Agosto 2010 08:55

Avvio di ottava con prevalenza dell’incertezza sui mercati. I timori sul rallentamento economico in atto continuano a condizionare l’umore dei mercati e oggi a conferma del rallentamento globale è arrivato il debole dato sull’economia giapponese. Nel secondo trimestre l’economia nipponica risulta in progresso dello 0,4 per cento annualizzato, ben al di sotto del +2,3% atteso. Su base trimestrale il rialzo risulta dello 0,1%. Giappone che nel secondo trimestre ha riportato un pil nominale inferiore a quello cinese, mentre considerando i primi 6 mesi del 2010 risulta ancora avanti alla Cina.

La valuta nipponica non ha subito grossi contraccolpi con gli investitori che continuano a puntare sullo yen quale valuta rifugio. Così il cross dollaro/yen si mantiene poco mosso a quota 85,85 yen. Intanto oggi Jp Morgan ha rivisto le stime sullo yen ritenendo che la moneta si apprezzerà più del previsto. Ora la casa d’affari statunitense vede il cross dollaro/yen spingersi fino a un minimo a 79 yen entro fine anno rispetto ai 93 yen precedentemente indicati come target di fine 2010. Rivisto anche il target sul cross euro/yen che potrebbe scivolare sotto quota 100 yen nei prossimi mesi rispetto ai 116 yen precedentemente indicati.

Tra le altre valute spicca il rally del franco svizzero che sale di circa 1 punto percentuale sul dollaro ($/Chf a 1,0414) e dello 0,75% sull’euro sfruttando la sua peculiarità di valuta rifugio.

Nel pomeriggio pochi dati di rilievo in arrivo dagli Stati Uniti. Da monitorare principalmente la lettura di di agosto del New York Empire State Index. La lettura è attesa in progresso a 8,5 punti dal precedente 5,08 punti. A luglio si era assistito a un brusco calo dai 19,5 punti del mese precedente. Questo indice va a misurare le condizioni del settore manifatturiero nello Stato di New York, uno tra i più importati degli Stati Uniti, ed è pertanto un valido indicazione sullo stato di salute del settore industriale statunitense.