Forex: la Svizzera punta a ridurre il flusso di capitali in entrata
La SNB si prepara al peggio. Secondo quanto dichiarato dal n.1 della Swiss National Bank, Thomas Jordan, le autorità rossocrociate hanno istituito una task-force per vigilare sull’andamento della crisi in Eurolandia. Il team sta studiando le misure da adottare in caso di un peggioramento della situazione che potrebbe sfociare nel collasso della Zona Euro.
Anche se dalla SNB hanno ribadito più volte che il cap euro-franco “sarà difeso con tutti i mezzi a disposizione”, l’eventuale disgregazione dell’euro accentuerebbe la domanda di sicurezza degli investitori intensificando la pressione rialzista sulla divisa elvetica.
Tra le misure al vaglio della task force, ha detto Jordan nel corso di un’intervista alla testata SonntagsZeitung, c’è anche la possibile riduzione del flusso di capitali in entrata. “Il team che abbiamo formato studia le possibili misure per evitare il rafforzamento del franco, attraverso un approccio che vede coinvolti sia il governo sia la banca centrale”.
“Anche se non si tratta dell’evento più probabile, dobbiamo essere pronti alla dissoluzione della Zona Euro”, gli fa eco Walter Meier, portavoce della SNB, “stiamo studiando misure che vanno al di là delle mere competenze della Banca centrale come ad esempio l’introduzione di controlli dei capitali in entrata”.
Dallo scorso 6 settembre la Banca Centrale svizzera, preoccupata per le conseguenze di un eccessivo apprezzamento della valuta rossocrociata, sta mantenendo artificialmente il cambio euro/franco sopra quota 1,2. Ad aprile la fatidica soglia è stata bucata per un paio di volte. “Se il tasso per qualche secondo ad aprile è sceso sotto la soglia di 1,2, è perché, per motivi incomprensibili, certe banche erano disposte a vendere euro al di sotto del tasso minimo”, ha detto Jordan.
Jordan ha ribadito di comprendere le richieste dei produttori rossocrociati, secondo cui il cross minimo andrebbe alzato, perché “il franco è chiaramente sopravvalutato” ma non è possibile manipolare arbitrariamente la valuta “poiché nell’attuale situazione rappresenterebbe una misura disastrosa e controproducente”.