Notizie Forex: S&P avverte gli Usa, l’outlook sulla tripla A scende a negativo

Forex: S&P avverte gli Usa, l’outlook sulla tripla A scende a negativo

18 Aprile 2011 14:52

Dopo i massimi di seduta toccati poco dopo l’annuncio di S&P’s, torna a scendere l’euro/dollaro. Poco prima dell’apertura di Wall Street l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha annunciato di aver rivisto l’outlook sulla tripla A statunitense da stabile a negativo. Secondo Standard & Poor’s esiste “un rischio materiale” che i policy-maker americani non riescano a raggiungere un accordo su come affrontare le sfide a livello di budget nel medio e lungo termine entro il 2013. “Se un accordo non venisse raggiunto entro tale data – spiegano gli esperti – questo potrebbe rendere il profilo fiscale degli Stati Uniti più debole rispetto alle altre economie che hanno la tripla A'”.

La notizia, che ha fatto toccare un nuovo massimo storico all’oro sopra 1.497 dollari l’oncia ha temporaneamente spinto al rialzo l’euro/dollaro, che in questo momento quota in calo di 1,1 punti percentuali a 1,4228 dollari. Più stabile invece il dollaro/yen, che dagli 82,9 yen pre-annuncio quota 82,400 yen. Rosso di 2 punti percentuali per l’euro/yen a 117,17.

L’euro sconta i timori di un possibile processo di ristrutturazione del debito greco ed l’eventuale stop al piano di salvataggio destinato al Portogallo da parte del parlamento finlandese alla luce della netta affermazione elettorale del partito dei Veri Finlandesi. Cattive notizie anche dalla Spagna, che ha piazzato 3 mld di euro a 1 anno e 1,2 mld a 18 mesi. Il totale dell’asta si è attestato al di sotto del target 4,5-5,5 mld fissato inizialmente. Il rendimento del 12 mesi è passato dal 2,128 al 2,77 per cento mentre il 18 mesi dal 2,436% passa al 3,364%.

La periferia dell’Eurozona è destinata a restare sotto i riflettori a causa della strategia rialzista dell’Eurotower, confermata dai membri della Bce nel corso del week end. Secondo Anthony Grech di IG Markets “l’aumento del costo del denaro nella Zona Euro esercita pressione sui membri periferici più deboli, pressione che potrebbe indebolire l’euro ed avvantaggiare il mercato tedesco delle esportazioni”.