Forex: il secondo piano di aiuti salva-Atene potrebbe essere posticipato
La Grecia continua a penalizzare la moneta unica. Dopo il declassamento a conference call della riunione dell’Eurogruppo (“non ci sono le garanzie sufficienti”, ha detto ieri sera il presidente Junker), nella seconda parte di seduta l’euro è stato spinto al ribasso dalle indiscrezioni riportate dal Financial Times relative un possibile slittamento del pacchetto di aiuti salva-Atene a dopo le elezioni di aprile. Addirittura, secondo il quotidiano londinese, alcuni Paesi europei, e nello specifico Germania, Olanda e Finlandia, sarebbero orientati per un’uscita di Atene dall’Eurozona.
Le risposte da Atene non si sono fatte attendere. Prima il Ministro delle Finanze ellenico, Evangelos Venizelos, ha dichiarato che restano solo poche questioni da risolvere e saranno chiarite prima dell’Eurogruppo di questa sera, e poi è arrivata la lettera del leader del partito conservatore greco Nea Demokratia, Antonio Samaras. Samaras ha promesso che il suo partito si impegnerà ad appoggiare le misure di austerità votate dal parlamento di Atene domenica scorsa e che il rigore dei conti pubblici continuerà anche nel caso di vittoria alle prossime elezioni legislative.
“Brutta inversione di tendenza dell’euro/dollaro nel primo pomeriggio -ha commentato Vincenzo Longo di IG Markets- dopo la notizia secondo cui la Ue starebbe pensando di ritardare il piano di aiuti alla Grecia da 130 miliardi in modo parziale o integrale sino alle elezioni di aprile. La notizia non confermata ha scatenato le vendite in Europa, con gli investitori che temono un default disordinato di Atene. […] La sensazione è che l’euro dopo il massimo dello scorso giovedì abbia perso gradualmente forza. I livelli importanti si collocano a 1,3030 e poi 1,2980. Al di sotto di quest’ultimo sarebbe difficile pensare a un ritorno ai massimi della scorsa settimana”.
Sul valutario l’eurodollaro quota in calo di circa mezzo punto percentuale a 1,3062 dopo aver toccato nel corso della prima parte un massimo a 1,3190. Segno meno anche per il cambio con lo yen che dopo i 102,92 yen di ieri in questo momento scambia a 102,34 (-0,55%). Sostanzialmente stabile a 78,35 il cross dollaroyen ed il cable (sterlina/dollaro) che quota 1,5691 dollari statunitensi. Nel suo rapporto trimestrale la Bank of England ha annunciato che l’inflazione resterà sotto il target del 2% per i prossimi due anni.
In agenda macro i dati relativi il Pil di Eurolandia, sceso dello 0,3% nel quarto trimestre (-0,2% in Germania, +0,2% in Francia e -0,7% per l’Italia) e le indicazioni contrastanti arrivate dagli Stati Uniti. Peggiore delle attese la produzione industriale, che, attesa in rialzo a gennaio dello 0,7%, non ha fatto registrare variazioni rispetto al mese precedente, mentre l’indice che tasta il polso al manifatturiero dell’area di New York (19,5) e quello che misura l’andamento dell’edilizia abitativa (29 punti) hanno stupito in positivo.