Forex: seconda parte di seduta con il segno meno per l’euro
L’euro sprofonda nella seconda parte di seduta. I timori legati alla crisi del debito tornano a spingere al ribasso la moneta unica, precipitata nel pomeriggio in scia delle notizie in arrivo da Madrid. Secondo i dati diffusi dalla Banca centrale spagnola a marzo le banche del Paese hanno preso a prestito dalla Bce 227,6 miliardi di euro, un dato in netta crescita rispetto ai 152 miliardi del mese precedente.
L’incremento è lo specchio della forte dipendenza degli istituti iberici dalla liquidità della banca centrale e secondo alcuni analisti le aste a tre anni indette dall’Eurotower potrebbero aver peggiorato la situazione. La liquidità presa a prestito dagli istituti spagnoli, che secondo alcune stime nella seconda LTRO sarebbe stata pari a circa il 30% del totale, avrebbe incrementato i titoli di Stato in portafoglio rendendo la situazione delle banche iberiche peggiore rispetto a qualche mese fa. Con i Credit default swap nei pressi dei massimi storici, il rendimento del 10 anni è tornato al 5,98% (+16 pb) e lo spread con i bund è salito di 21 punti a 424 punti base.
La moneta unica in questo momento quota nei pressi dei minimi di seduta sia nei confronti del dollaro che dello yen. Per acquistare un euro sono necessari 1,3082 dollari e 105,91 yen, lo 0,8 per cento in meno, in entrambi i casi, rispetto al dato precedente.
Nella prima parte i due cross non avevano fatto registrare variazioni significative nonostante le indicazioni sotto le attese in arrivo dalla Cina. Nei primi tre mesi dell’anno il Pil della seconda economia mondiale è cresciuto dell’8,1%, il ritmo più blando degli ultimi 3 anni. Nel Q4 2011 la crescita del Regno di Mezzo si era attestata all’8,9% e per il primo trimestre 2012 gli analisti avevano previsto un +8,3%.
Il rallentamento cinese ha ovviamente penalizzato le c.d. commodity currencies perché un indebolimento della crescita farà inevitabilmente scendere anche la domanda di materie prime. Il cambio dollaro neozelandese/dollaro Usa arretra a 0,8239 (-0,8%) mentre l’incrocio con l’aussie, la divisa australiana, si porta a 1,0358 (-0,7%).
Sostanzialmente stabile il dollaro/yen, che quota 80,9. “Il cambio continua ad oscillare intorno a 81,00”, ha commentato Vincenzo Longo di IG Markets. “Collochiamo -ha proseguito l’analista- il supporto sui minimi della settimana a 80,60, mentre confermiamo la principale resistenza a 81,20, livello che ha toccato questa notte sui mercati asiatici”.
Per quanto riguarda le indicazioni arrivate dagli Stati Uniti, in linea con le attese il +0,3% mensile messo a segno dall’inflazione a marzo e sotto le stime i 75,7 punti del dato preliminare relativo la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan.