Forex: mossa Cina spinge le commodity currency, yen ai minimi a 6 mesi
Pechino nuovamente in azione. Dopo il primo allentamento effettuato a inizio dicembre, nel weekend la banca centrale cinese ha nuovamente abbassato il coefficiente delle riserve obbligatorie delle banche commerciali. Il taglio di 50 punti base diventerà effettivo dal prossimo 24 febbraio e ha come finalità quella di aumentare la concessione di prestiti e sostenere la crescita. La congiuntura cinese dovrebbe registrare nel 2012 un ulteriore rallentamento a causa della politica monetaria degli ultimi anni e degli effetti della crisi del debito in Europa.
La mossa cinese sostiene oggi, insieme alle positive attese per la riunione dell’Eurogruppo (che dovrebbe dare il via libera al nuovo piano di aiuti alla Grecia), le commodity currency con il dollaro neozelandese in ascesa di circa 1 punto percentuale a 0,84 dollari Usa. Il dollaro australiano invece si è spinto oltre quota 1,08 dollari per poi ritracciare a 1,077. Di contro prosegue la discesa delle valute rifugio, in particolare lo yen si è portato sui minimi a oltre 6 mesi. Il cross dollaro/yen si è infatti spinto stanotte fino a 79,89 per poi attestarsi a 79,55. Settimana scorsa la Bank of Japan ha aumentato ulteriormente il piano di allentamento monetario di 10 mila miliardi di yen annunciando anche un inflation target all’1%.
La mossa della BoJ ha condotto il cross dollaro/yen in area 79, livello che il cambio aveva toccato il 31 ottobre “solo perché la BoJ era intervenuta direttamente sul mercato vendendo yen contro acquisto di dollari”, rimarca la nota odierna di Intesa Sanpaolo sul mercato valutario. “Questa novità nella gestione della politica monetaria – prosegue la nota di Intesa – consente di non agganciare più il lungamente atteso deprezzamento della valuta giapponese al calo della risk aversion indotto da una soluzione della crisi del debito nell’area euro. Ci sembra pertanto che la tanto attesa inversione ribassista dello yen sia iniziata”.