Notizie Valute e materie prime Forex: a mente fredda gli operatori tornano a penalizzare l’euro

Forex: a mente fredda gli operatori tornano a penalizzare l’euro

11 Maggio 2010 10:33

Dopo l’entusiasmo scaturito dall’all-in europeo, gli operatori tornano a penalizzare la moneta unica. Se ieri per buona parte della seduta l’euro si era mosso in scia del piano anti-speculazione ed anti-contagio europeo (massimo di seduta a ridosso di quota 1,31), a mente fredda gli operatori tornano ad indebolire la moneta unica, che scambia a 1,2704 contro dollaro ed a 117,23 nel cross con lo yen.


 


Le misure previste dal piano dovranno essere supportate dai piani di austerità da parte dei Paesi in difficoltà, interventi che indeboliranno ancora di più la fragile ripresa di Eurolandia. Moody’s ieri non ha perso occasione per ricordare che il rating di Portogallo e Grecia potrebbe essere tagliato ancora.


 


Ma l’indebolimento dell’euro è anche dovuto al fatto che gli interventi della Bce sposteranno in avanti le misure di exit strategy, con Axel Weber (in netto vantaggio sull’italiano Draghi nella corsa per la successione di Trichet a n.1 dell’Eurotower), che ha voluto mettere in guardia l’istituto con sede a Francoforte sulla politica di riacquisto dei titoli, definendola “una decisione critica”. Il presidente della Bundesbank ha poi sottolineato come questo genere di operazioni comporti “rischi significativi per le politiche di stabilità (dei prezzi)”.


 


Ma la ripresa di dollaro e yen è anche figlia dell’accelerazione dal 2,4 al 2,8% messa a segno dall’inflazione cinese di aprile, ai massimi da 18 mesi, con le prossime politiche di contenimento di Pechino che potrebbero minare la ripresa globale. Paga quindi pegno il dollaro australiano, che ha nel Celeste Impero il maggior partner commerciale; l’aussie perde terreno contro le atre commodity currencies (aud/cad a 0,9204 e aud/nzd a 1,2489) e nel cross con il dollaro (aud/usd a 0,8986).


 


Dal fronte macro, inflazione tedesca di aprile confermata al -0,1% su mese ed al +1,0% annuo, mentre la produzione industriale in Gran Bretagna registra il maggior incremento dal 2002. A marzo l´indice è salito del 2,3% rispetto al mese precedente, battendo le attese degli analisti ferme a un +0,4%.