Notizie Forex: manovra Monti sostiene l’euro, attesa per vertice Merkel-Sarkozy

Forex: manovra Monti sostiene l’euro, attesa per vertice Merkel-Sarkozy

5 Dicembre 2011 08:58

Al via una settimana che si preannuncia decisiva per il futuro dell’euro. Il varo della manovra “salva Italia” da parte del governo Monti ha fatto ieri da apripista a una settimana fitta di appuntamenti a partire dal vertice franco-tedesco odierno. Il cancelliere tedesco Angela Merkel incontrerà a Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy per concordare un accordo comune da presentare nel prossimo summit Ue del 9 dicembre, principalmente per quanto riguarda la prossima unione fiscale europea. “Nonostante la spinosità della questione e i suoi esiti – rimarcano oggi gli analisti di CMC Markets – i mercati sembrerebbero avere già scontato dei passi avanti in questa direzione, forse anche accelerando in uno spirito eccessivamente positivo, specialmente considerando il fatto che parlarne è una cosa, mentre implementare queste modifiche nei singoli Paesi è tutt’altra”.

Alle 09.55 il cross euro/dollaro si mantiene in lieve rialzo in area 1,345 dollari. Oggi i mercati beneficiano del varo della manovra draconiana da parte del governo italiano per complessivi 30 miliardi di euro con 13 miliardi dal taglio alle spese e 17 miliardi da nuove tasse, in cui si vede il ritorno dell’Ici sulla prima casa, una decisa riforma delle pensioni e la totale deducibilità dell’Irap per le imprese. Le risorse che verranno raccolte verranno destinate per 10 miliardi alla crescita e per 20 alla correzione dei conti.

La manovra contribuisce a comprimere con decisione lo spread Btp/Bund con il differenziale tra il decennale governativo italiano e quello tedesco sceso questa mattina a un minimo di 421 punti base.

Sullo sfondo rimane la possibilità che la Bce conceda prestiti fino a 200 miliardi di euro attraverso l’Fmi. I prestiti sarebbero inseriti in operazioni che avrebbero la forma di triangolazioni. L’intervento del Fondo monetario permetterebbe infatti di bypassare gli ostacoli previsti nello statuto della Bce, che proibisce all’istituto centrale di fornire fondi direttamente ai Paesi membri dell’Unione europea.