Forex: le nuove misure di austerità di Atene spingono l’eurodollaro sopra 1,33
Anche l’ultimo tassello del mosaico è stato incastrato. Poco fa un portavoce dell’esecutivo greco ha annunciato che le forze politiche che sostengono il governo Papademos hanno raggiunto un accordo su una nuova serie di misure di austerità in grado di assicurare alle casse elleniche risparmi per 300 milioni di euro. I nuovi provvedimenti erano necessari per sbloccare il nuovi piano di aiuti internazionali da 130 miliardi di euro.
La notizia ha spinto immediatamente al rialzo la moneta unica che ha toccato un massimo di seduta contro dollaro e yen rispettivamente a 1,3321 ed a 102,88. In questo momento i due cross scambiano rispettivamente a 1,3302 ed a 102,86, +0,4 e +0,8 per cento rispetto alla precedente rilevazione.
Ma oggi era anche il giorno delle Banche centrali. Il board della Bce ha annunciato di aver confermato il costo del denaro all’1 per cento. Draghi nella consueta asta che segue le riunioni del comitato direttivo ha rimarcato che la Banca centrale “continuerà a sostenere il settore finanziario con misure non convenzionali” ma che queste, per definizione, “hanno natura temporanea”.
Sempre per quanto riguarda Atene, il n.1 dell’Eurotower ha detto di non poter anticipare il trattamento che riceveranno i titoli greci nel portafoglio della Bce. Nelle scorse sedute sono circolate indiscrezioni secondo cui la Bce si avvierebbe a cedere i titoli greci in portafoglio al fondo salva-Stati europeo Efsf, che ne trasferirebbe l’importo alle casse di Atene.
Tassi confermati anche per la Bank of England (0,5%) ma il Comitato di Politica monetaria, come da attese, ha annunciato di aver incrementato il piano di allentamento quantitativo (Qe, Quantitative Easing) da 275 a 325 miliardi di sterline. “Nonostante -si legge nel comunicato diffuso dalla BoE- i miglioramenti evidenziati recentemente dai dati macro”, permangono preoccupazioni legate “al livello di indebitamento e di competitività di alcuni membri dell’Eurozona”. La decisione di incrementare il QE è stata presa anche alla luce del calo dell’inflazione “che dal picco registrato a settembre, è scesa al 4,2% a dicembre”.
La propensione al rischio spinge anche le valute maggiormente legate alle materie prime, le c.d. commodity currencies. Il cambio dollaro australiano/dollaro Usa mette a segno un rialzo dello 0,2% portandosi a 1,0806. Per il cross si tratta dell’ottava settimana consecutiva con il segno più.
Indicazioni rialziste per gli asset rischiosi sono arrivate anche dal dato statunitense relativo le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, scese a 358 mila unità la scorsa settimana, -15 mila rispetto alla precedente rilevazione. Gli analisti avevano pronosticato 370 mila unità.