Forex: il franco svizzero torna opzione principale come valuta rifugio
I ripetuti segnali di debolezza dell’economia statunitense hanno spinto anche ieri gli investitori a privilegiare le classiche valute rifugio, yen e soprattutto franco svizzero. La moneta elvetica si è riportata nei pressi dei massimi storici contro l’euro con cross euro/chf che oggi viaggia a ridosso di quota 1,32 chf. Ashraf Laidi, Chief Market Strategist di CMC Markets, rimarca come il Franco svizzero è tornato ad essere la miglior opzione come valuta rifugio anche alla luce delle indiscrezioni circa la volontà delle autorità giapponesi di non far salire oltre un certo limite lo yen.
L’aumento delle jobless claims di ieri conferma la persistente debolezza del mercato del lavoro statunitense. Le richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana al 14 agosto hanno toccato quota 500 mila unità, in aumento di 12 mila rispetto alla settimana precedente (dato rivisto da 484 mila a 488 mila) e sui massimi dal novembre 2009. Minimi addirittura dal luglio 2009 invece per l’indice Philadelphia Fed che ad agosto è sceso a sorpresa a -7,7 punti dai 5,1 del mese precedente. Il Philly Fed era atteso a 7,2 punti. Un dato sotto la soglia dello zero segnala una fase di contrazione economica. I dati di ieri hanno inevitabilmente aumentato i timori che la ripresa degli Stati Uniti sia più debole del previsto. “In particolare – rimarcano oggi gli esperti di Fxcm – i timori si sono riversati sulle aspettative dei consumi degli americani che probabilmente risulteranno inferiori rispetto a quanto paventato fino a poco tempo fa. Certamente quello che abbiamo visto ieri è stata una generalizzata debolezza dell’euro nei confronti delle principali divise che ritroviamo anche stamattina”.
A metà mattinata la moneta unica europea viaggia sui minimi a 1,2763 dollari. “Il vero supporto di medio periodo è posto a 1.2730 (minimo del 16/08) – rimarca l’analisi tecnica di Fxcm -. La tenuta confermata di questo livello potrebbe riportare il cambio verso livelli più alti con obiettivo primario 1,2925 (prima resistenza corrispondente ai massimi fatti segnare negli ultimi giorni). La rottura al ribasso, invece, potrebbe far tornare l’EurUsd fino ad 1,2500”.