Forex: l’eurodollaro si conferma nei pressi dei minimi da due anni
Le tensioni che circondano le elezioni greche del prossimo 17 giugno ed i timori legati allo stato di salute delle banche spagnole continuano a penalizzare l’andamento della moneta unica. Nel Paese iberico i riflettori sono sempre puntati sul comparto bancario ed in particolare su Bankia, che dopo aver ricevuto fondi pubblici per 4,5 miliardi ha chiesto nuovi aiuti per 19 miliardi. Oggi il rendimento del decennale targato Madrid è salito al 6,529% e lo spread con i bund ha toccato un nuovo massimo storico a 515,6 punti base.
Sempre in tema di titoli di Stato, questa mattina il Tesoro italiano ha collocato Bot a 6 mesi per 8,5 miliardi di euro con rendimento medio salito dall’1,772% al 2,104%. La domanda è stata pari a 1,61 volte il quantitativo offerto, in calo rispetto alle 1,71 volte dell’analoga asta tenuta un mese fa.
L’euro, sostenuto dalle indiscrezioni secondo cui la Cina starebbe per annunciare nuove misure di stimolo alla domanda, quota 1,2541 dollari e 99,68 yen. Per quanto riguarda l’eurodollaro “ci aspettiamo -ha dichiarato Vincenzo Longo di IG Markets- che i dati Usa delle prossime sedute possano dare sollievo al cross con un’eventuale rottura della resistenza ed un ulteriore allungo sino a 1,2750, livello dal quale potrebbero ripartire le vendite”.
Lieve segno meno invece per il cross con il franco che scambia a ridosso del floor (1,2) a 1,2013. Ieri il n.1 della Swiss National Bank, Thomas Jordan, ha annunciato che per evitare un eccessivo apprezzamento del franco le autorità elvetiche potrebbero ricorrere alla riduzione del flusso di capitali in entrata.
Due velocità per le indicazioni macro arrivate nel pomeriggio dagli Stati Uniti. A marzo l’indice S&P Case Shiller, che misura l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle maggiori città, ha registrato un calo del 2,6% annuo, in diminuzione rispetto al -3,5% precedente. Peggio delle attese il dato relativo la fiducia dei consumatori misurata dal Conference Board, sceso da 68,7 a 64,9 punti. In Germania l’inflazione a maggio ha evidenziato una crescita dell’1,9%, contro il +2,1% della precedente rilevazione e del consensus.