Evitato almeno per il momento lo scenario peggiore per l’Eurozona, quello di un default della Grecia, la questione ellenica rimane aperta. Sarà uno dei driver del cambio euro/dollaro nella prima parte della settimana, insieme con l’audizione del presidente della Federal Reserve Janet Yellen alle Commissioni bancarie di Senato (martedì) e Camera (mercoledì).
Già oggi il compromesso raggiunto venerdì all’Eurogruppo, con la proroga di quattro mesi degli aiuti finanziari alla Grecia, sarà sotto scrutinio da parte dei mercati. Il governo Tsipras deve infatti presentare una lista di riforme che la Commissione Ue valuterà “con spirito costruttivo”. Il giudizio sul lavoro dell’esecutivo greco verrà espresso in un Eurogruppo straordinario. A leggerla così, la questione, non appare molto diversa rispetto alle ore precedenti i frenetici incontri di venerdì scorso. Anche per tale ragione Filippo Scimone, trader professionista, preferisce parlare di “rinvio della soluzione. I nodi verranno al pettine quando il governo greco presenterà le prime riforme strutturali muovendosi tra le richieste dei falchi dell’Eurogruppo e le aspettative dell’elettorato greco”. Peraltro i toni trionfalistici con cui Tsipras ha descritto l’accordo “abbiamo vinto una battaglia ma non la guerra” stridono con i mugugni alzatisi nel suo stesso partito per aver ottenuto decisamente meno di quanto promesso in campagna elettorale.
Tutto è ancora in gioco e non è un caso che l’euro scambi contro il dollaro sugli stessi livelli della settimana passata. “Venerdì scorso – riprende Scimone – l’euro non è riuscito a portarsi a contatto di quella che nei giorni scorsi abbiamo conosciuto come la maggiore resistenza, cioè area 1,1450. La tiepida reazione potrebbe far pensare a un prevalere delle vendite?”. In effetti l’euro è oggi debole rispetto al dollaro e si muove a 1,1333 contro 1,1378 della chiusura di venerdì.
In attesa di nuove evoluzione sul fronte greco ma anche dell’audizione di Janet Yellen alle Commissioni bancarie di Senato e Camera Usa. “L’audizione del presidente della Fed sarà il driver principale della settimana e fino a martedì potrebbe quindi prevalere la cautela”. Sarà una buona occasione per trarre indicazioni più precise sul timing del rialzo dei tassi di interesse dopo “l’impostazione dovish che sarebbe prevalsa nelle minute dell’ultimo Comitato di politica monetaria pubblicate mercoledì. Credo che per la prima volta sia emersa la rinnovata composizione del Fomc – spiega ancora Scimone – con il prevalere di presidenti di Distretto più moderati dopo l’uscita di scena dei falchi Plosser e Fisher. Se non vi saranno ulteriori indicazioni da parte della Yellen nelle audizioni, credo che il segnale dell’aumento o meno dei tassi a giugno lo darà la presenza o meno, nello statement della riunione di marzo, della parola patient”.
Graficamente, per l’eurusd “possiamo individuare un ampio rettangolo nel quale da circa in mese si muove l’euro, rettangolo delimitato in alto da 1,1450 e in basso da 1,1270/60, con un baricentro in area 1,1380. La rottura del lato superiore dovrebbe condurre a un accelerazione in area 1,1550, quella del lato inferiore in area 1,12. Ovviamente le rotture dovrebbero essere confermate da chiusure quantomeno orarie”.