Forex: euro volatile, oggi la prima di Draghi alla giuda della Bce
Salgono nuovamente le tensioni sui mercati in attesa dei responsi che arriveranno dalla due giorni del summit G20 in programma a partire da oggi a Cannes e del primo meeting della Bce presieduto dall’italiano Mario Draghi. L’euro si mantiene a ridosso di quota 1,37 dollari. “Dovrà chiudere la settimana sotto 1, 3850 per rafforzare lo scenario ribassista e incanalarsi verso il target di 1,30 $”, sottolineano oggi gli analisti di CMC Markets che non escludono la possibilità che oggi la Bce tagli il costo del denaro di 25 punti base.
Congelata la concessione della sesta tranche di aiuti alla Grecia da 8 mld di euro finché non sarà approvato l’accordo del 27 ottobre. Pertanto con ogni probabilità bisognerà attendere l’esito del referendum consultivo che dovrebbe essere anticipato a inizio dicembre. “Il nostro obiettivo è una moneta stabile, con o senza la Grecia”. Sono le crude parole di ieri sera del presidente francese, Nicolas Sarkozy, nel corso della conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Angela Merkel.
Forti le tensioni sui titoli di stato italiani. Il rendimento dei Btp decennali ha raggiunto un nuovo massimo dall’introduzione dell’euro a quota 6,399%. Il differenziate tra Btp e Bund si è portato per la prima volta sopra quota 460 punti base. Il mercato non ha accolto con favore i riscontri arrivati dal Consiglio dei Ministri straordinario che ha approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità senza indicarne nel dettaglio i contenuti.
Sul fronte Bce, le attese di consensus sono di tassi di interesse invariati all’1,5% nell’eurozona con l’Eurotower che dovrebbe propendere per un taglio dei tassi a dicembre. Da monitorare con attenzione quindi le parole di Draghi nel corso della conferenza stampa di accompagnamento alla decisione, che potrebbe fare chiarezza sull’intenzione o meno della Bce di tagliare i tassi di interesse in dicembre in scia ai segnali di rallentamento della congiuntura nell´area Euro.
Intanto ieri sera da oltreoceano nessuna novità di rilievo è arrivata dalla Federal Reserve che ha ridotto le stime di crescita. Per l’anno in corso l’incremento del Pil è pronosticato all’1,6-1,7%, dal 2,7-2,9% stimato in precedenza. Tagliate anche le stime per il 2012 e il 2013. Bernanke ha rimarcato che senza l’intervento della Fed “la situazione sarebbe peggiore con tasso di disoccupazione più elevato”. L’attuazione di altre misure di stimolo rimane sul tavolo dell’istituto centrale statunitense. A preoccupare maggiormente è l’elevata disoccupazione attesa a fine 2012 tra l’8,5% e l’8,7% (7,8-8,2% il range precedentemente indicato). Domani sono in agenda i dati di ottobre sulla disoccupazione attesa stabile al 9,1% con la creazione di 95 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli.