Forex: l’euro torna sotto quota 1,26, i criteri degli stress-test sempre sotto i riflettori
Seduta in calo per la moneta unica, appesantita dalle indiscrezioni sull’andamento degli stress-test, o più precisamente sui criteri utilizzati nelle prove. Gli operatori sono particolarmente interessati alle percentuali di svalutazione che sono state associate ai titoli di Stato periferici. In questo filone si inseriscono le indiscrezioni pubblicate dal tedesco Der Spiegel, secondo il quale sarebbe in preparazione un piano di ristrutturazione dei debiti dei Paesi maggiormente in difficoltà con i conti pubblici. Indicazioni confermate dal premio Nobel Robert Mundell, secondo il quale la Grecia al 40% sarà costretta a ristrutturare il proprio debito. 20% di probabilità per Spagna, Portogallo e Irlanda e 10% per l’Italia.
La moneta unica ha così perso lo 0,8% sia nell’euro/dollaro che nell’euro/yen, quotando rispettivamente 1,2587 e 111,42. Stabile a il dollaro/yen a 88,520. Dal Giappone non arrivano buone notizie per il primo ministro Naoto Kan. Dopo appena dieci mesi il partito al governo è stato sconfitto nelle elezioni per il rinnovo del Senato. L’esito delle elezioni getta un’ombra sulla profonda opera di riforma cui è chiamato Kan e potrebbe rallentare il varo delle impopolari misure di riequilibrio dei conti pubblici.
All’orizzonte c’è l’inizio della earning season, la stagione delle trimestrali statunitensi, che si aprirà come di consueto questa sera dopo la chiusura di Wall Street con i numeri del gigante dell’alluminio Alcoa, per il quale gli analisti si attendono il ritorno all’utile (12 centesimi per azione), dopo la perdita del secondo trimestre 2009 (eps -26c). Secondo le stime di Bloomberg, gli utili delle 500 società a maggiore capitalizzazione sul listino americano dovrebbero salire in media del 34% rispetto al secondo trimestre del 2009. Un dato trainato soprattutto dagli utili per azione dei titoli finanziari, attesi in rialzo dell’84,4% sullo stesso periodo dello scorso anno. Dopo Alcoa, domani toccherà ad Intel, mentre il 15 luglio sarà la volta di Jp Morgan e Google. Venerdì, infine, toccherà a Citigroup, Bank of America e General Electric.