Forex: l’euro ritraccia, riflettori puntati sul vertice Ue
L’euro ritraccia dopo un massimo di seduta a 1,3975 dollari. Dopo l’euforia seguita all’approvazione da parte della Camera bassa tedesca delle misure per il rafforzamento del Fondo di salvataggio, segno meno per l’eurodollaro, che in questo momento quota in calo di mezzo punto percentuale a 1,3831 dollari. Gli investitori evidentemente preferiscono rimanere cauti in attesa di valutare i risultati del meeting.
Il vertice è chiamato al alzare il livello di coinvolgimento del settore privato nel salvataggio di Atene, che dovrebbe salire al 50-60%. La svalutazione del debito ellenico rappresenta una cause della necessità di ricapitalizzare il sistema bancario, che secondo le prime stime dovrebbe necessitare di capitali freschi per circa 100 miliardi di euro. Infine ci si attende un incremento dei poteri del Fondo salva-Stati in modo da poter garantire i titoli dei Paesi a rischio.
Ed a questo proposito oggi la Camera bassa tedesca nell’approvare la riforma che permetterà al Fondo di incrementare le sue risorse tramite l’indebitamento, ha stabilito che il compito di acquistare titoli di stato dei paesi in crisi dovrà passare dalla Banca centrale al Fondo di salvataggio. Non si tratta di una misura di poco conto. Attualmente la Banca centrale può solo fare opera di persuasione mentre l’intervento del Fondo porterebbe ad un commissariamento delle politiche nazionali.
In particolare evidenza anche il dollaroyen, che anche oggi ha aggiornato il nuovo minimo dalla Seconda Guerra Mondiale toccando quota 75,7. A poco è valso l’annuncio da parte del Ministro delle Finanze Jun Azumi di un prossimo intervento per allentare la tensione sulla moneta nipponica. “Ho dato disposizione al mio staff di prepararsi ad agire in qualsiasi momento”, ha detto Azumi.
“A pesare sul dollaro statunitense -ha dichiarato Anthony Grech di IG Markets- è anche la possibilità di un ulteriore dose di allentamento quantitativo paventata dai funzionari della Fed. “Le voci di un intervento delle autorità giapponesi -continua l’analista- non hanno arginato il movimento ribassista, e l’aggiunta di ulteriori 5.000 miliardi di yen al programma di acquisto di asset da 50.000 miliardi non può fare molto per fermare il declino del cross USDJPY”.
Indicazioni positive dai dati arrivati dagli Stati Uniti. A settembre gli ordini di beni durevoli nonostante un calo dello 0,8% hanno fatto meglio delle attese mentre le vendite di case nuove si sono attestate a 313 mila unità, contro le 300 mila del consenso.