Forex: l’euro rifiata riportandosi sopra quota 1,23 dollari, ritraccia lo yen
La risalita odierna dei mercati fa rifiatare anche l’euro che si è riportato sopra quota 1,23 dollari dopo che alla vigilia aveva avvicinato i minimi a 4 anni toccati mercoledì scorso. Da inizio anno la moneta unica europea ha ceduto oltre il 13% rispetto al biglietto verde.
Tra le altre valute lo yen indietreggia con cross euro/yen sopra quota 111 yen e dollaro/yen sopra quota 90 yen. In recupero dai minimi a 10 mesi lo won coreano dopo che le autorità sudcoreane hanno annunciato misure volte stabilizzare la moneta in seguito all’escalation delle tensioni geopolitiche con la Corea del Nord. “Le tensioni in Corea sono solo la ciliegina su una torta guasta”, spiega Gerard Minack di Morgan Stanley che vede per i mercati mondiali due problemi: lo stress finanziario in Europa e le preoccupazioni che riguardano la crescita globale. L’esperto di Morgan Stanley invita a un maggior senso di responsabilità dai vari governi dei Paesi dell’eurozona.
Intanto, dopo le manovre di bilancio andate in scena in Spagna, Germania e Gran Bretagna, ieri anche l’Italia ha dato la sua risposta alla crisi. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera alla manovra da 24 mld di euro incentrata su una forte stretta alla spesa pubblica: blocco degli stipendi per i dipendenti statali fino al 2013, mentre Regioni, Comuni e Province dovranno rinunciare a più di dieci miliardi in due anni. Tra le altre misure spicca poi la mini stretta sulle pensioni che di fatto allunga i tempi per la pensione di qualche mese.
Sul fronte macro, freccia rossa per l’indice Gfk, che misura la fiducia dei consumatori tedeschi. Al mese di giugno l’indice è risultato in calo a 3,5 punti dai 3,7 di maggio. Si tratta di un risultato leggermente inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un flessione, ma più contenuta a 3,6 punti. A incidere sul sentiment le forti turbolenze che hanno interessato le Borse nell’ultimo mese. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti in arrivo il dato di aprile degli ordini di beni durevoli. La lettura è attesa in crescita dell’1,3% rispetto al mese precedente. Questa grandezza è considerata un indicatore chiave dell’andamento del settore industriale poiché un aumento della richiesta di beni durevoli (macchinari e attrezzature industriali) implica delle attese per una espansione dell’attività manifatturiera. In agenda anche in dato sulle vendite di nuove case che a marzo aveva fatto registrare un balzo mensile del 26,9 per cento a 411 mila unità. Le attese per il dato di aprile sono di un aumento a 420 mila unità (+2,2 per cento). Il dato è un buon indicatore della spesa per consumi e di riflesso dell’occupazione. Un aumento delle vendite di nuove case si riflette positivamente sulle costruzioni di nuove abitazioni andando quindi a ricadere sul settore edile e sull’occupazione in generale.