Notizie Forex: l’euro perde terreno su dollaro e yen

Forex: l’euro perde terreno su dollaro e yen

30 Novembre 2011 09:11

Debolezza pronunciata dell’euro che si riporta nei pressi dei minimi a 8 settimane. Il cross euro/dollaro viaggia in calo a 1,3275 dollari. Lo scorso 25 novembre aveva toccato il minimo dal 4 ottobre a 1,3212 dollari. Divisa europea in calo anche rispetto allo yen a quota 103,55.

I termini recentemente concordati del fondo salva-stati sono visti ancora inadeguati ad affrontare la crisi del debito sovrano. Ieri i ministri finanziari di Lussemburgo, Belgio e Olanda hanno chiesto un maggiore coinvolgimento di Fmi e Bce. Tra le ipotesi sul tavolo c’è quella di un prestito della Bce al Fmi che poi userebbe le risorse aggiuntive per aiutare in caso di necessità Italia o Spagna. Intanto ieri l’Eurogruppo ha dato il via libera al prestito da 8 miliardi di euro per Atene. Oggi in agenda la riunione dell’Ecofin.

“La mancanza di dettagli lascia intendere che non si siano fatti molti passi in avanti – commentano oggi da CMC Markets – soprattutto in relazione all’identificazione dei soggetti che dovranno investire nel fondo e al coinvolgimento in esso del Fondo Monetario Internazionale. Pertanto, permane un gap di credibilità

Oggi in agenda negli Usa la stima Adp sui nuovi occupati nel settore privato a novembre (consensus +130mila). “Qualora oggi il dato sull’occupazione privata americana dovesse uscire intorno alle 150.000 unità ne beneficerebbero tutte le cosiddette risk-currency e l’Aussie in particolare potrebbe raggiungere 1,01”, rimarcano oggi gli analisti di CMC Markets che comunque ritengono assia precaria la riconquista della parità dell’aussie rispetto al dollaro Usa a causa dei rischi tuttora connessi ai rendimenti dei titoli italiani e spagnoli.
Venerdì sarà il turno delle payrolls di novembre attese a +120mila con disoccupazione stabile al 9%. Ieri il vicepresidente della Fed, Janet Yellen, ha detto che sul tavolo c’è la possibilità di un ulteriore allentamento quantitativo per stimolare la crescita che si dimostra insufficiente a far scendere con decisione la disoccupazione.