Forex: l’euro nuovamente sopra quota 1,40 $, +9% dai minimi 2011
I mercati hanno intrapreso la via dei rialzi a metà mattinata dopo un avvio incerto. Cambio di umore che sta favorendo un nuovo movimento rialzista dell’euro mentre si sgonfiano leggermente le valute rifugio, yen e franco svizzero, che erano state protagoniste in avvio di giornata. Alle 10.45 il cross euro/dollaro ha toccato dei massimi di giornata a quota 1,4030 dollari, livelli che non vedeva dallo scorso 8 novembre. Rispetto ai minimi 2011 toccati il 10 gennaio, la Moneta unica europea è salita di quasi il 9% rispetto al biglietto verde in scia alle crescenti tensioni inflazionistiche che hanno indotto la Bce ad accelerare la tempistica della prima stretta monetaria. Settimana scorsa, Jean Claude Trichet ha preannunciato un possibile rialzo dei tassi già il prossimo 7 aprile. Secondo Morgan Stanley la Bce ritoccherà al rialzo i tassi per tre volte quest’anno (portandoli all’1,75% a fine 2011) e altre 3 nel 2012.
Il numero uno della Banca centrale europea terrà oggi un discorso a Basilea. Intanto oggi indicazioni positive dall’indice Sentix sulla fiducia degli investitori è salito a marzo a quota 17,1 punti dai 16,7 del mese precedente. Si tratta dei massimi dal settembre 2007.
“La settimana dei mercati valutari si apre ancora con l’Euro destinato a nuovi guadagni sulle aspettative di una divaricazione di tassi tra le due sponde dell’Oceano – commenta oggi Michael Hewson, analista di CMC Markets – mentre non c’è alcun motivo per ritenere che le turbolenze che propagano dal Nord Africa non continuino a confermare il ruolo di bene-rifugio del Franco Svizzero. Un quadro che potrebbe tuttavia mutare qualora il Dollar index non riesca a rompere al ribasso il supporto di 76,25”.
Volgendo lo sguardo oltreoceano, prosegue la debolezza del dollaro che venerdì non ha beneficiato neppure dei forti dati dal mercato del lavoro con la creazione a febbraio di 192 mila nuovo posti di lavoro nel settore non agricolo e tasso di disoccupazione sceso all’8,9%. Il dollaro non è così riuscito ad invertire la tendenza mostrata dalla moneta unica nelle ultime settimane. “Il prezzo del petrolio, alimentato da fattori geopolitici, continua la propria corsa, andando a complicare la ripresa macroeconomica in tutte le nazioni importatrici nette di greggio, alimentando quindi l’incertezza sul mercato”, rimarca la morning note odierna di Fxcm. Recenti studi della Fed quantificano un rialzo di 10 dollari al barile del WTI in un taglio della crescita economica dello 0,2%. Prezzo del greggio che è salito di più di 20$ nelle ultime settimane.
Uno studio di Barclays Capital pubblicato settimana scorsa rimarca come l’effetto di balzi dei prezzi del petrolio sulle valute dipenda dal motivo per cui il petrolio aumenta. “Shock di offerta di grandi dimensioni possono essere anche pericolosi per le valute dei produttori di petrolio perché tali shock potrebbero frenare la crescita globale, e sono spesso accompagnati da eventi geopolitici che rafforzano il dollaro. In un caso base di un mix di shock a domanda e offerta e ancora contenuti rischi geopolitici, l’euro dovrebbe beneficiarne e il dollaro cedere terreno. Inoltre in passato il dollaro canadese ha spesso beneficiato di shock dell’offerta. Di contro, in caso di più gravi shock dell’offerta, ad avvantaggiarsi maggiormente sarebbe il dollaro Us anche rispetto a quello canadese.