Forex: l’euro consolida sopra 1,40 $, dati cinesi spingono l’Aussie
La notizia della riduzione del rating irlandese da parte di Moody’s non scuote l’euro che oggi cerca di consolidare il recupero della vigilia spingendosi con decisone sopra la soglia di 1,40 dollari. L’agenzia di rating statunitense ieri sera ha ridotto la valutazione sul merito di credito dell’Irlanda a Ba1, al di sotto dell’investment grade. Il downgrade, così come quello deciso settimana scorsa ai danni del Portogallo, scaturisce dalla convinzione che nel 2013, quando terminerà il termine del piano di aiuti di Unione europea e Fondo monetario internazionale, l’Irlanda avrà bisogno di un ulteriore programma di sostegno prima di poter tornare sui mercati.
Tra le altre valute spicca il movimento rialzista del dollaro australiano in scia ai forti dati arrivati oggi dalla Cina. Il cosiddetto Aussie sale di mezzo punto percentuale rispetto al dollaro Usa con cross a 1,067. Il pil del secondo trimestre 2011 della Cina ha evidenziato una crescita sopra le attese con un +9,5% a/a (il consensus era +9,3%). Meglio del previsto anche la produzione industriale di giugno (+15,1%) e le vendite al dettaglio (+17,7%).
Guardando invece agli Stati Unti, si conferma la debolezza del dollaro con il cross rispetto allo yen in area 79,31 yen, sui minimi da marzo. Da oltreoceano ieri sera sono arrivate le minute dell’ultima riunione del Fomc, il comitato di politica monetaria della Fed. Si conferma una spaccatura in seno alla banca centrale statunitense con alcuni membri propensi a implementare nuovi stimoli monetari se la congiuntura si confermerà debole e insufficiente a ridurre la disoccupazione, mentre altri ritengono l’inflazione un problema che potrebbe costringere ad anticipare una stretta monetaria. Da ricordare che i verbali diffusi ieri si riferiscono alla riunione del 21-22 giugno, ossia prima della diffusione deludenti dati di giugno sul mercato del lavoro Usa. “La ripresa economica è rallentata negli ultimi mesi – si legge nella nota diffusa ieri sera – e le condizioni nel mercato del lavoro sono deboli”. Rimane alta la tensione sul fronte debito. La Fed ritiene che anche un default temporaneo potrebbe avere un impatto negativo sui mercati.