Forex: Draghi delude i mercati, l’euro torna sotto pressione
Segno meno per l’euro nel gran giorno della Banca centrale europea. Nonostante la determinazione mostrata una settimana fa, oggi il n.1 dell’Eurotower, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa che fa da corollario alle riunioni del board si è limitato a ribadire che la Bce è pronta ad intervenire in caso di necessità senza far riferimento a particolari misure per ridurre la pressione sulla periferia di Eurolandia.
Rispondendo indirettamente alle polemiche degli ultimi giorni, Draghi ha precisato che “non sta a noi chiedere una licenza bancaria per il fondo salva-stati Esm, ma ai governi”. In qualunque caso, e qui il riferimento alla Germania si è fatto più netto, “la Bce può intraprendere operazioni di mercato aperto e può considerare di intraprendere misure di politica monetaria non standard per consentire la trasmissione di politica monetaria”.
Nonostante le posizioni della Bundesbank, “il proposito di difendere l’euro a tutti i costi è stato adottato in modo unanime”. Per quanto riguarda gli eventuali acquisti di bond “è troppo presto per dire se verranno sterilizzati”.
Le dichiarazioni di Draghi hanno penalizzato la moneta unica, nonostante una prima fase rialzista in cui l’eurodollaro si è portato ai massimi da un mese sopra quota 1,24 ed il cambio con la divisa nipponica è salito a ridosso dei 97 yen. Attualmente i due incroci scambiano rispettivamente a 1,2208 dollari, quasi due figure in meno rispetto al massimo intraday, ed a 95,48 yen.
La conferma dell’attuale politica monetaria sta invece spingendo al rialzo la sterlina che scambia a 0,785 contro euro ed a 1,5554 dollari. Oggi la Bank of England ha annunciato di aver ribadito, in linea con le stime, il costo del denaro allo 0,5% ed il piano di allentamento quantitativo (Quantitative Easing) a 375 miliardi di sterline.