Forex: dollaro in calo nei confronti dell’euro, lo yen rallenta ma rimane protagonista
Avversione al rischio, incertezza e paura continuano a far da padrone sui mercati finanziari globali. L’indice Vix, che misura la volatilità delle opzioni quotate al Chicago Board of trade, ha fermato ieri le lancette a quota 27,46 punti, registrando un progresso di oltre 7 punti percentuali rispetto alla vigilia. Il valore più elevato da quasi 2 mesi. L’indice “della paura” si avvicina quindi a grandi passi alla soglia tecnica e psicologica rappresentata da area 30 punti.
La pesante caduta del mercato immobiliare statunitense, che ha visto a luglio le vendite di case esistenti precipitare del 27,2% rispetto a giugno, ai livelli più bassi da 15 anni, ha rinnovato le preoccupazioni per la ripresa economica Usa con dure ripercussioni sui mercati azionari. Da New York, dove gli indici hanno chiuso in calo di oltre 1 punto percentuale, a Tokyo, dove il Nikkei ha ceduto l’1,66% allontanandosi sempre più dalla soglia dei 9mila punti, fino a Shanghai e Taiwan in calo di oltre il 2%. (oggi attesa per le vendite di case nuove in Usa al mese di luglio, stimate invariate a 330mila).
Il dato si è riflettuto anche sul dollaro, che nelle ultime sedute aveva beneficiato dell’avversione al rischio degli investitori. Questa mattina il cambio euro/dollaro si è risvegliato in aumento riportandosi sopra quota 1,27. In questo momento la valuta europea vale 1,2710 dollari, segnando un rialzo dello 0,37%. “Sull’euro/dollaro, che mostra un accenno di risalita, vediamo a 1,2620 il supporto che, se rotto, apre la strada ancora a 1,2580 – indicano oggi gli esperti di Fxcm – Ma più tempo rimaniamo sopra questi livelli, più diventa probabile una rottura sopra 1,2665 verso 1,2700-1,2730”.
E proprio riguardo al Vecchio continente, un segnale positivo è arrivato questa mattina dall’indice di fiducia tedesco Ifo, che ad agosto si è attestato a 106,7 punti, sopra le attese del mercato che stimava un dato in area 106 punti. Non di buono auspicio invece la mossa di Standard & Poor’s. L’agenzia statunitense di rating ha abbassato questa notte il rating sul debito dell’Irlanda, portandolo ad AA- da AA. La bocciatura affonda le radici nel rialzo per lo Stato irlandese del costo di sostegno del sistema finanziario. L’assegno per salvare le banche oltre Manica lievita e rischia di mandare in panne Dublino. “L’impatto sul bilancio del costo per il sostegno al sistema finanziario irlandese – segnala S&P nel report – è considerevolmente cresciuto rispetto alle nostre stime iniziali”.
In un clima di incertezza generalizzata, rimane alta l’attenzione verso lo yen, che ieri ha toccato i minimi dal 2001 nei confronti della moneta europea (a 105,41 yen) e i minimi da 15 anni nei confronti del dollaro (a 83,58 yen). Oggi la moneta nipponica recupera terreno attestandosi a 84,4 per ogni dollaro e a 106,76 per ogni euro sull’ipotesi di un intervento delle autorità contro il superyen. “Dobbiamo prendere misure appropriate in tempi necessari”, ha dichiarato oggi il ministro delle Finanze giapponese, Yoshihiko Noda.