Forex: la BoJ e l’avversione al rischio sostengono lo yen
Seduta di acquisti per la divisa nipponica. La settimana dello yen si chiude con il segno più in scia delle indicazioni arrivate dalla riunione del board della Bank of Japan che oltre ad aver, come da copione, confermato il costo del denaro nel range 0-0,1% ha stupito gli operatori ribadendo il piano di stimoli all’economia in quota 70 trilioni di yen (40 trilioni di acquisti asset e 30 trilioni di linee di credito).
La sensazione è che la BoJ voglia attendere le possibili mosse che gli istituti centrali potrebbero mettere in campo nel caso di un improvviso peggioramento della crisi. “Non è da escludere – hanno commentato gli esperti dell’ufficio studi di Banca Intesa – che prima di ‘forzare’ il mercato le autorità giapponesi abbiano aspettato di vedere come il mercato risponde al test”.
In questo momento lo yen scambia a 99,31 contro la moneta unica, una figura in meno rispetto al dato precedente, ed a 78,72 nel cambio con il dollaro (-0,8%), non lontano dai minimi del mese.
L’incremento delle posizioni lunghe sulla divisa nipponica è inoltre attribuibile all’incertezza in vista delle consultazioni elettorali che si terranno domenica prossima in Grecia. “Riteniamo -rileva Vincenzo Longo, Market Strategist di IG Markets Italia- che se le news da Atene non saranno positive, le Banche centrali potrebbero decidere di intervenire già lunedì, ma al massimo entro mercoledì, giorno in cui il Fomc dichiarerà le proprie scelte di politica monetaria”.
“La nostra sensazione -continua Longo – è che questa volta si riuscirà a evitare una terza tornata elettorale vista la gravità della situazione”. “Alla luce delle difficoltà del Paese, in ogni caso si andrà verso la rinegoziazione del piano di aiuti a prescindere da chi vinca le elezioni”.
Nel corso della seconda parte la divisa del Sol Levante ha parzialmente ritracciato in scia delle indicazioni macro peggiori delle attese arrivate dagli Stati Uniti. A giugno l’indice che misura l’andamento del manifatturiero dell’area di New York è sceso da 17,09 a 2,3 punti, la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan (preliminare) è passata da 79,3 a 74,1 punti e la produzione industriale il mese scorso è arretrata dello 0,1%.