Forex: il bailout spagnolo spinge l’euro sopra 1,29 dollari
La possibile richiesta di aiuti da parte della Spagna sostiene la moneta unica. Seconda seduta consecutiva di guadagni per l’euro che grazie ad un rialzo dello 0,4% si è riportato sopra quota 1,29 dollari a 1,2953. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, che secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Mundo sarebbero state smentite dal premier Rajoy, il Governo di Madrid potrebbe chiedere gli aiuti europei nel corso del prossimo fine settimana.
“È necessario uno sfondamento di 1,2960, per allontanare scenari di debolezza e la resistenza successiva si colloca a 1,3”, commenta Vincenzo Longo di IG. “Al ribasso -continua l’analista- la rottura del pivot point apre per un cedimento sino a 1,2823, primo supporto pivot oltre il quale la corsa proseguirebbe sino ai minimi di ieri a 1,28, dove incontrerebbe ostacolo anche nella trend line discendente che passa per i massimi del 17, del 21 e del 25 settembre”.
Attenzione ovviamente anche alla decisione di Moody’s che a conclusione del processo di “rating review” potrebbe decidere di declassare il merito di credito del Paese iberico. Secondo l’agenzia di rating gli istituti del Paese potrebbero aver bisogno di fondi freschi per 70-105 miliardi di euro, ben al di sopra dei 53,7 miliardi evidenziati dagli stress-test. “Se tra gli operatori dovesse prevalere lo scetticismo sui test, il sentiment negativo potrebbe vanificare gli sforzi fatti dal governo per ripristinare la fiducia sulla solvibilità delle banche spagnole”, si legge nella nota di Moody’s.
Sotto i riflettori anche lo yen che paga pegno alle dichiarazioni rese dal neo Ministro delle Finanze Koriki Jojima che ha ribadito che il governo “agirà con determinazione per combattere l’apprezzamento della moneta”. Il timore di un nuovo intervento dell’esecutivo ha fatto tornare il cambio con la divisa statunitense sopra quota 78 yen mentre il cross con la moneta unica scambia a 101,05.
E chiudiamo con l’aussie, il dollaro australiano, penalizzato dall’inattesa decisione della Reserve Bank of Australia di tagliare il costo del denaro dal 3,5 al 3,25%, sui minimi dal 2009. Il governatore della Rba, Glenn Stevens, ha sottolineato che la crescita in Cina (principale partner commerciale dell’Australia) ha rallentato e l’incertezza su prospettive a breve termine è maggiore di quanto non fosse qualche mese fa. Il cambio tra la divisa australiana ed il dollaro arretra di quasi lo 0,7% a 1,03 usd.