Notizie Notizie Italia Il Fmi promuove l’agenda Renzi, ma sollecita interventi anche su pensioni e sanità

Il Fmi promuove l’agenda Renzi, ma sollecita interventi anche su pensioni e sanità

19 Settembre 2014 07:56
Le riforme che l’Italia ha messo in agenda fanno ben sperare il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). L’istituto di Washington da un lato ha tagliato le stime sull’Italia prevedendo anche lui una contrazione del Pil 2014 (-0,1% dal +0,3% indicato in precedenza), dall’altro però si mostra fiducioso sulle prospettive del Belpaese.
I toni del Fmi sono meno perentori rispetto al passato segno che le azioni intraprese dal governo italiano in questi mesi vanno nella direzione sperata. In particolare la riforma del mercato del lavoro incassa il benestare dell’istituto guidato da Christine Lagarde. “La riforma del mercato del lavoro è uno dei capisaldi dell’agenda Renzi – si legge nelle conclusioni dell’Article IV del Fmi sull’Italia – con il Jobs Act che delinea le idee per le indennità di disoccupazione universali legate a formazione e ricerca di lavoro; un’agenzia nazionale incaricata di coordinare le politiche attive e razionalizzare i contratti con una maggiore flessibilità”. 
In generale l’agenda ambiziosa e risoluta di riforme è ritenuta dal Fmi “essenziale per creare lavoro, aumentare la produttività e aumentare il potenziale di crescita dell’Italia”.  
Spending review, guardare anche a tagli su pensioni e sanità 
La spendig review è vista dal Fmi come uno “strumento importante”, ma ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l’elevata spesa per le pensioni. Inoltre da Washington si vedono molti spazi per razionalizzare anche la spesa sanitaria.
Dal 2015 la ripresa, servirà manovra da circa 8 mld 
Secondo l’Fmi l’economia italiana tornerà a crescere nel 2015 (+1,1%), per poi accelerare nel 2016 a +1,3%. Il prossimo anno l’Italia potrà anche raggiungere un surplus strutturale di bilancio con un ulteriore aggiustamento di bilancio fino allo 0,5% del pil, circa 7,5-8 mld di euro, a seconda dell’entità della ripresa economica. 
Il debito è visto salire fino a un picco del 136,4% del pil a fine 2014, per poi scendere progressivamente rimanendo comunque sopra il 130% fino al 2017. ottimistiche le previsioni sul rapporto deficit/pil visto scendere il prossimo anno al 2,1% dal 3% circa di quest’anno.