Fmi: Italia, 30-40% di crescita dello spread ricade sulle imprese in 3 mesi

La crescita del differenziale di rendimento tra i titoli tedeschi e quelli italiani influenza direttamente, e in poco tempo, il costo che le imprese del nostro Paese devono sostenere per indebitarsi. A dirlo è il Fondo monetario internazionale in un "Working Paper" preparato da Edda Zoli.
Nel suo studio, l'economista rileva che il 30-40% dell'aumento dello spread si traduce, in soli tre mesi, in un incremento del costo sostenuto dalle imprese per finanziarsi mentre una crescita del differenziale di 100 punti base comporta un aggravio per le banche del nostro Paese di 15-20 pb.
Dallo studio emerge inoltre che se in un primo momento il "credit crunch" è stato causato dalla crisi del debito, nel 2012 il rallentamento del credito è da imputare al calo della domanda.
Nel suo studio, l'economista rileva che il 30-40% dell'aumento dello spread si traduce, in soli tre mesi, in un incremento del costo sostenuto dalle imprese per finanziarsi mentre una crescita del differenziale di 100 punti base comporta un aggravio per le banche del nostro Paese di 15-20 pb.
Dallo studio emerge inoltre che se in un primo momento il "credit crunch" è stato causato dalla crisi del debito, nel 2012 il rallentamento del credito è da imputare al calo della domanda.