Finanziari e trimestrali tingono di rosso i listini. Gli indici azionari internazionali si presentano senza esclusioni in ritirata. A muoversi verso l’alto è solo il cosiddetto indice della paura, il Vix, che con un progresso di giornata di quasi il 6% a 17,9 punti segnala un aumento della volatilità.
Sui mercati europei la flessione ha preso avvio attorno alle 12.00 per poi intensificarsi con il passare delle ore in coincidenza con l’uscita di trimestrali non convincenti negli Stati Uniti. E’ stato così per il gruppo chimico DuPont, per il produttore di semiconduttori Texas Instruments e in particolare per Countrywide Financial, il maggior erogatore di prestiti ipotecari degli Stati Uniti, che ha registrato una diminuzione del 33% degli utili trimestrali come conseguenza dell’aumento dei ritardi nei rimborsi dei prestiti. Che il settore del credito sia particolarmente sotto pressione è dimostrato però anche dall’assunzione nel ruolo di advisor di Blackstone da parte di Basis Capital, alle prese con perdite sui subprime nei suoi fondi. Una situazione simile a quella che ha portato settimana scorsa alla chiusura di due fondi hedge di Bear Stearns.
Pesano così su tutti i listini mondiali i titoli finanziari. L’S&P Bank Index cede l’1,5%. Negli Usa solo all’interno del Dow Jones, American Express cede oltre il 3%, Citigroup arretra dell’1,6% e JpMorgan del 2,6%. I problemi dei subprime, del mercato del credito in generale, e la preoccupazione che da questi possano derivare contraccolpi sull’economia nel complesso si traducono in un incremento dell’avversione al rischio da parte degli investitori e dunque in uno switch verso l’obbligazionario e i titoli governativi in particolare. Debole anche il dollaro nei confronti di tutte le altre principali valute. Il biglietto verde nel pomeriggio è giunto a un nuovo minimo storico nei confronti dell’euro, con il cross tra le due valute che ha superato per la prima volta la soglia di 1,3850.