Fiat: Profumo apre al sostegno, ma per Morgan Stanley il titolo può quasi dimezzarsi

Fiat potrebbe godere di una corsia preferenziale nell’accesso ai nuovi finanziamenti resi ancora più necessari dall’incremento del debito industriale e dal contestuale calo della liquidità registrati a fine 2008. Una parziale polizza di assicurazione sulle future linee di credito dedicate al Lingotto l’ha siglata sabato Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, uno dei gruppi bancari più da vicino coinvolti in un piano di finanziamento che si ipotizza compreso tra 1 e 1,5 miliardi di euro e che oltre all’istituto di piazza Cordusio vedrebbe implicato l’altro campione nazionale Intesa Sanpaolo e un pool di banche estere. “Credo sia importante accompagnare il gruppo Fiat”, ha detto Profumo, ospite a un convegno in provincia di Treviso, commentando l’ipotesi di un finanziamento aggiuntivo a Fiat. “La Fiat – ha aggiunto – è il motore industriale del Paese, e una parte significativa dell’aumento del Pil del 2008 è dovuta alla crescita del gruppo di Torino”.
Nei giorni scorsi Sergio Marchionne, a.d. del Lingotto, aveva confermato i contatti con primarie istituzioni finanziarie per accedere a nuovi finanziamenti, senza però aggiungere dettagli. Un’operazione di prolungamento delle scadenze o di rinegoziazione dei tassi potrebbe tuttavia rendersi necessaria anche alla luce degli impegni finanziari che attendono il gruppo nei prossimi mesi. Nel 2009 Fiat ha in scadenza 4,8 miliardi di debito, costituiti per 700 milioni da prestiti obbligazionari e per 3,3 miliardi da esposizione bancaria. Non bastasse, i conti trimestrali presentati il 22 gennaio hanno evidenziato un debito industriale cresciuto nel 2008 di 6,3 miliardi, per un totale di 5,9 miliardi, la liquidità scesa a 3,9 miliardi e il cash flow industriale netto del gruppo negativo per 5,8 miliardi, con un impatto rilevante dall’aumento del capitale di funzionamento per 3,6 miliardi di euro.
Il titolo del Lingotto è al centro fin dalle prime battute di un’intensa volatilità, che ha in avvio spinto l’azione a perdere 3 punti percentuali, per poi recuperare arrivando a guadagnare anche il 2% e infine stabilizzarsi in area 3,65 euro. Ad amplificare le tensioni sul titolo contribuisce anche un report di oggi degli analisti di Morgan Stanley, che hanno ridotto il prezzo obiettivo sul titolo da 2,4 a 1,95 euro, poco più della metà dell’attuale valore di Borsa. Sforbiciata anche da Cheuvreux, che ha ridimensionato il target price da 8,8 a 5,2 euro.