News Notizie Italia Fiat: nessun impatto su rapporti con Chrysler se la fusione non sarà perfezionata

Fiat: nessun impatto su rapporti con Chrysler se la fusione non sarà perfezionata

Pubblicato 11 Agosto 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:07
Fiat non si attende nessun impatto sui rapporti con Chrysler nel caso in cui la fusione non venisse perfezionata. E' quanto si legge in un comunicato diffuso dal Lingotto su richiesta della Consob per fornire una informativa unitaria e riepilogativa in merito alle varie fasi del processo concernente l'esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti legittimati in relazione alla fusione transfrontaliera di Fiat in Fiat Investments (che prenderà il nome di Fiat Chrysler Automobiles, FCA).

"Sebbene la decisione di perseguire la fusione e quotare le azioni di FCA presso il New York Stock Exchange sia in parte anche dovuta al cambiamento del profilo del Gruppo a seguito dell'acquisizione nel gennaio del 2014 da parte di Fiat della partecipazione in Chrysler che essa ancora non deteneva, la fusione - spiega la nota - non avrà alcun impatto sui rapporti tra Fiat e Chrysler, che è ad oggi un controllata totalitaria di Fiat e continuerà ad essere una controllata totalitaria di FCA a seguito della fusione. Chrysler non è parte della fusione che riguarda Fiat, e non vi sarà alcun cambiamento nella configurazione giuridica di Chrysler a seguito di questa operazione".

"Inoltre - prosegue la nota - ove la fusione non fosse completata a causa del mancato avveramento delle condizioni sospensive, non vi sarebbe alcun impatto sul debito di Fiat o di Chrysler, né sarebbe atteso alcun incremento dei costi operativi. Come Fiat ha dichiarato, non ci si attende che il perfezionamento della fusione comporti alcun significativo risparmio di costi operativi o sinergia".

E ancora "ove, a seguito dell'esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti, il limite di 500 milioni di euro fosse superato, la fusione non sarebbe perfezionata, non sarebbe pagato alcun valore di liquidazione e gli azionisti che avessero esercitato il diritto di recesso continuerebbero a detenere le relative azioni, senza ricevere il valore di liquidazione".