Fed: Beige Book, crescita moderata economia. Bene immobiliare e consumi
La Federal Reserve è stata ieri una delle protagoniste sui mercati. Prima con l’audizione alla Commissione servizi finanziari alla Camera del Governatore della banca centrale europea, Ben Bernanke, poi per la pubblicazione del Beige Book.
L’economia statunitense continua a crescere a un ritmo “tra il modesto e il moderato”. È quanto si legge nel Beige book, il report sullo stato di salute della prima economia che viene diffuso due settimane prima della riunione del Fomc (Federal Open Market Committee), il braccio operativo della banca centrale statunitense.
Il resoconto mette in evidenza l’espansione del manifatturiero, la crescita delle spese dei consumatori, il consolidamento del settore servizi e un andamento “moderato/robusto” del real estate e del settore delle costruzioni.
Per quanto riguarda l’occupazione, il documento evidenzia un miglioramento che però riguarda per lo più l’occupazione part-time. Che lo scenario economico americano sia in una fase di ripresa è confermato dal miglioramento delle condizioni del settore bancario e della qualità del credito.
Ieri è stata soprattutto la giornata di Bernanke. Di fronte al Congresso il numero uno della Fed ha fatto alcune importanti precisazioni. Innanzi tutto sul tapering, ovvero la riduzione graduale del quantitative easing, sostenendo che “non c’è un percorso prefissato“. In sostanza il programma per il ridimensionamento degli acquisti di titoli non ha una strada prestabilita. Ogni decisione dipenderà, ha rimarcato Bernanke, dagli sviluppi economici e finanziari.
Il governatore della Fed ha poi confermato che “con una disoccupazione ancora elevata e in calo solo graduale e di fronte a un’inflazione che rimane sotto l’obiettivo di lungo termine del Comitato, una politica fortemente accomodante rimane appropriata per il prossimo futuro”.
Si terrà oggi la seconda audizione di Ben Bernanke alla Commissione bancaria del senato.
“Sulla Fed restiamo convinti che il tapering possa esserci tra settembre e ottobre, quando i segnali sulla ripresa saranno più evidenti – afferma Vincenzo Longo di Ig – In ogni caso richiamiamo l’attenzione sulle aspettative inflattive, che seppur contenute in questo momento, potrebbero essere il vero driver che farà cambiare atteggiamento alla Banca centrale Usa”.