Notizie Criptovalute Febbre Ethereum, la criptovaluta fa sognare con rally +530% YTD: non solo CME, di mezzo c’è anche l’inflazione

Febbre Ethereum, la criptovaluta fa sognare con rally +530% YTD: non solo CME, di mezzo c’è anche l’inflazione

3 Novembre 2021 11:08

La febbre sull’Ethereum continua: nelle ultime ore, la criptovaluta numero due al mondo per capitalizzazione di mercato dopo il Bitcoin, è volata a nuovi record, superando la soglia di $4.600 per la prima volta nella sua storia, e salendo – stando ai dati riportati da Coindesk – fino a $4.642.48.

Dall’ inizio dell’anno, la moneta digitale è schizzata, sempre secondo i dati di Coindesk, di oltre +530%.

Il boom dell’asset digitale, segnala un articolo di Forbes, è arrivato lo stesso giorno in cui la piattaforma CME Group, la più grande al mondo per il trading degli strumenti derivati, ha annunciato un piano che prevede, fermo restando il via libera delle autorità di mercato, il lancio di micro futures sull’Ether, sulla scia della domanda in continua crescita, per questo asset.

I nuovi contratti mini saranno lanciati il prossimo 6 dicembre.

Nel commentare la reazione dell’asset cripto, intervistato da Business Insider, Andrew Rossow, legale nel settore Internet & Technology, ha detto di ritenere che, di fatto, l’annuncio del CME ha contribuito alla “pressione rialzista” che ha interessato i prezzi dell’Ether, rafforzando l’utilità dei futures sia sull’Ether che sul Bitcoin nella sfera delle monete digitali, specialmente per i partecipanti al mercato più nuovi.

Da segnalare a tal proposito, stando a quanto ha riportato lo stesso CME che, dal lancio dei micro futures sul Bitcoin, avvenuto nel mese di maggio, sono stati scambiati più di 2,7 milioni di contratti.

Il lancio ha seguito quello dei futures sull’Ether, sempre nella piattaforma CME (Chicago Mercantile Exchange), fattore che di per sé ha rafforzato in modo significativo la credibilità dell’Ether in quanto asset class. Da allora, sono stati scambiati più di 675.500 contratti futures sull’Ether, ovvero l’equivalente di 33,8 milioni di Ether.

Non solo micro futures CME, Ethereum visto come hedge contro inflazione

Detto questo, il recente successo dell’Ethereum non si riassume solo nel lancio dei micro futures sulla piattaforma CME. Un articolo di Bloomberg indica infatti che “i fan dell’Ethereum stanno sposando la tesi anti-inflazionistica che, tradizionalmente, è stata uno dei principali tratti di successo per i cosiddetti Bitcoiners”.

Vale la pena di ricordare che, in un momento in cui la paura dell’inflazione è tanta, diverse sono state le stesse voci più ascoltate nel mondo dell’alta finanza, a definire il Bitcoin un hedge contro l’inflazione anche migliore dell’oro.:

Ora anche l’Ethereum, secondo alcuni, avrebbe una tale dote: a questa conclusione i suoi fan sono arrivati indicando che, negli ultimi sette giorni, la differenza tra il numero di token ether emessi e quello di token distrutti si è confermata negativa per la prima volta in assoluto, stando almeno a quanto riportato dal sito watchtheburn.com.

E’ bastato questo a scatenare le opinioni dei patiti del cripto universo che, su Twitter, sono arrivati a proclamare che l’Ether è deflazionistico, definendolo di conseguenza alla stregua di uno strumento utile per proteggersi dall’inflazione.

Bloomberg ha ricordato che la stessa definizione è stata data al Bitcoin, per un motivo ben preciso che risiede nell’offerta della criptovaluta, che ha un tetto massimo di 21 milioni di unità: tetto che non sarà raggiunto almeno fino al 2140.

In realtà, l’Ether non ha un limite esplicito sul lato dell’offerta. E Noelle Acheson, responsabile della divisione di market insights presso Genesis Global Trading, a New York, ha lanciato un avvertimento:

C’è così tanta disinformazione là fuori su quanto l’Ethereum possa essere deflazionistico. Forse sì, ma non è questo lo scopo” della moneta, ha spiegato, ricordando al momento che l’asset digitale sta beneficiando di un processo noto come “burning” – processo con cui le monete vengono tolte dalla circolazione – che si è manifestato dopo l’aggiornamento del software del network avvenuto ad agosto, il cosiddetto London Hard Fork. L’esperta ha spiegato che gli sviluppatori dell’Ethereum hanno lanciato l’aggiornamento per rendere le commissioni pagate sulle transazioni in Ethereum più accessibili, ovvero più convenienti, e non per rendere l’asset deflazionistico.