FCA trema in Borsa, il J’accuse di GM può costare caro in un momento decisivo per il Lingotto
Sbanda a Piazza Affari il titolo FCA che ha aperto con una flessione del 4 per cento a quota 13,30 euro in scia alla notizia della causa intentata da General Motors (GM) per corruzione del sindacato Uaw negli Usa tra il 2009 e il 2015. GM chiede significativi danni (non quantificati). Il titolo Fiat Chrysler ieri sera è sceso del 3,7% a Wall Street, il calo più grande del titolo in tre mesi. Anche le azioni GM sono scese del 3%.
Mercato teme frenata su fusione con PSA
La replica di Fca che ha definito infondate le accuse non placa le vendite sul titolo e gli analisti valutano quali ripercussioni potrà avere la mossa di GM. L’iniziativa di GM prenderebbe spunto dall’inchiesta federale anti-corruzione partita nel 2017 che ha coinvolto membri dell’UAW e incriminato alcuni manager di FCA (che si sono riconosciuti colpevoli); FCA ha attribuito la loro condotta a comportamenti/responsabilità personali.
La causa intentata presso il tribunale federale sostiene che Fiat Chrysler ha inflitto danni per miliardi di dollari corrompendo la United Auto Workers per vantaggi competitivi che il sindacato ha negato a GM. I pagamenti illeciti avrebbero avvantaggiato Fiat Chrysler a partire dal 2009 fino al 2015, quando Marchionne avrebbe cospirato con l’UAW con l’intento finale di indebolire finanziariamente Gm e rendere in tal modo più probabile una fusione GM-FCA.
“Non abbiamo elementi per esprimerci sull’esito di questa iniziativa, ma indubbiamente genera incertezza e cade in un momento particolarmente critico con Fca al lavoro con PSA per definire una fusione entro dicembre e alla vigilia dell’avvio dei negoziati FCA-UAW proprio per il rinnovo del contratto, dopo la conclusione di quelli di GM (con oltre un mese di sciopero) e più recentemente di Ford”, argomenta Equita che conferma buy su FCA con target price a 17,1 euro.
Sergio Marchionne -morto nel luglio del 2018 – proprio in quegli anni aveva a lungo corteggiato General Motors per costruire un’alleanza ma Mary Barra, ceo di GM, si è sempre opposta.
Fca non ci sta: vogliono intralciare fusione
Dura la replica di FCA che definisce “infondata” la causa promossa da General Motors. Il gruppo guidato da Mike Manley “si difenderà con tutte le forze” contro le accuse mosse dal gruppo Usa dell’auto. “Fca è convinta che le accuse di General Motors non siano altro che un tentativo senza basi di distogliere l’attenzione dalle sfide proprie di quella società – si legge in una nota del gruppo guidato da Mike Manley -. Questa sconcertante manovra viene in un momento in cui Fca sta dimostrando di essere un concorrente sempre più forte e continua a creare importante valore per tutti i suoi stakeholders, implementando con successo la propria strategia di lungo periodo. Ciò comprende il suo piano di fondersi con Psa, che per parte sua ha completato con successo il risanamento delle attività europee che ha recentemente acquistato dalla General Motors”.
Fca fa sapere, infine, che “si occuperà di questo straordinario tentativo di creare un diversivo nei modi dovuti e continuerà a concentrarsi sul produrre risultati record e realizzare la sua entusiasmante visione del futuro dell’industria automobilistica. Fca ha fiducia che prevarrà nel difendersi da queste accuse in tribunale e intende avvalersi di tutte le tutele disponibili in risposta a questa causa senza fondamento”.