Fca affonda a oltre -10%, guidance 2019 preoccupa investitori
Si profila un altro crollo in Borsa per Fca che rischia di bissare la giornata nera del 25 luglio scorso, quando lo stesso giorno della morte di Sergio Marchionne il gruppo dovette annunciare il taglio delle stime per l’intero 2018.
Peggior seduta in Borsa da giorno scomparsa Marchionne
Oggi il titolo Fiat Chrysler Automobiles è sceso fino al 12% dopo la diffusione dei conti 2018. A mettere al tappeto il titolo sono state le deboli prospettive per il 2019 e con il rallentamento del mercato del Nord America che potrebbe pesare sui conti del gruppo.
Alle 14:50 il titolo segna un calo del 10,12% a quota 13,69 euro dopo aver toccato un minimo intraday a 13,45 euro.
La previsione di utile operativo adjusted 2019 a 6,7 miliardi di euro è ben al di sotto delle stime che raggiungevano addirittura il 28% in più. Per il 2019 Fca si aspetta un ebit adjusted sopra i 6,7 miliardi di euro con un margine sopra 6,1%. Le stime diffuse dal gruppo italo-americano escludono l’apporto di Magneti Marelli la cui vendita sarà finalizzata nel secondo trimestre 2019. L’eps diluito adjusted per il 2019 è indicato sopra 2,70 euro per azione, riflettendo un tax rate più alto, principalmente negli Stati Uniti.
Il free cash flow industriale è atteso sopra quota 1,5 miliardi di euro, più basso rispetto al 2018 per maggiori investimenti ed esborsi per penali e altri costi in relazione alla definizione delle pendenze in materia di emissioni sul diesel negli Usa (nel 2018 4,4 miliardi di euro).
Rischio frenata area Nafta. Il Nord America, che è il mercato più importante per Fiat Chrysler in termini di profitti, ha registrato un utile operativo record nel 2018 con Ebit margin rettificato pari all’8,6% delle vendite, rispetto al 7,9% di un anno fa. Riscontri che potrebbero non essere bissati quest’anno. Nel complesso, quest’anno i margini di profitto dovrebbero rimanere stabili al 6,1% delle vendite.
Manley, che prima di succedere a Marchionne era a capo della divisione Jeep e Ram, punta molto sull’apporto dei nuovi pickup Ram e del camion Jeep Gladiator di medie dimensioni per sostenere i profitti nonostante il rallentamento delle vendite negli Stati Uniti.
Manley guarda a ritorno dividendo dopo 10 anni
Il ceo Mike Manley nella conference call con gli analisti si è mostrato fiducioso rimarcando i numeri record con cui è stato chiuso il 2018. Per l’anno in corso il numero uno del Lingotto punta sul traino che arriverà dal prossimo lancio di nuovi modelli.
Il 2019 vedrà poi il ritorno del dividendo. “Sono abbastanza fiducioso che ci sarà la distribuzione del dividendo e del dividendo straordinario (per la cessione di Magneti Marelli, ndr)”, ha detto Manley sottolineando come manchi solo il passaggio formale dell’ok dell’assemblea dei soci.
Mercato ignora dati 2018 oltre attese
Il gruppo FCA ha archiviato il 2018 con utile netto adjusted in crescita del 34% oltre i 5 miliardi di euro (5,047 mld) beneficiando della migliore performance operativa. L’ebit adjusted si è attestato a 7,284 miliardi (+3% rispetto al 2017). Considerando il quarto triemstre 2018 l’ebit adjusted risulta di 2,02 miliardi, superiore agli 1,92 mld delle stime di consensus.
Il 2018 si è chiuso con consegne globali complessive pari a 4.842.000 veicoli, in aumento di 102.000 unità. I ricavi netti ammontano a 115,4 miliardi di euro, in aumento del 4% (+9% a parità di cambi di conversione).
Gli oneri finanziari netti ammontano a 1,1 miliardi di euro, in calo di 0,3 miliardi di euro per effetto della riduzione dell’indebitamento lordo.
“Risultati record nonostante le turbolenze normative e di mercato oltre alle sfide connesse al lancio dei nuovi prodotti in NAFTA”, recita la nota di accompagnamento ai conti 2018. Risultato record, a livello di ebit, per NAFTA a 6,2 miliardi di euro (+19%) con margine all’8,6%. In America latina ebit adj a 0,4 miliardi di euro (+138%); margine al 4,4%, in aumento di 250 pb. Nell’area EMEA ebit adj a 0,4 miliardi di euro, in calo del 45% con un secondo semestre debole. Infine risultati in diminuzione per APAC, principalmente per la debole performance in Cina, dove anche Maserati ha subito un impatto significativo.