Farmaci: i generici ancora poco utilizzati, possibile un risparmio pubblico di oltre 1 mld

I farmaci generici rappresentano poco più del 13% della spesa farmaceutica in Italia (di classe A), eppure la loro diffusione genererebbe importanti risparmi sia per i consumatori sia per lo Stato. È quanto emerge dallo studio realizzato da Nomisma, secondo cui il risparmio pubblico ottenibile grazie al processo di genericazione sarebbe di oltre 1,1 miliardi di euro tra il 2015 e il 2020. Dal lato privato, se i pazienti sostituissero tutti i farmaci utilizzati con i rispettivi generici al prezzo più basso sarebbe possibile ottenere oltre 1,4 miliardi di euro di risparmi privati, con un conseguente incremento dei consumi in altri settori dell'economia che, nell'ipotesi massima, sarebbe di circa 700 milioni di euro. Non solo. Risvolti positivi verrebbero prodotti anche sul lato dell'occupazione. Secondo la ricerca di Nomisma, il processo di genericazione attiverebbe nel periodo 2015-2020 un turnover manifatturiero cumulato di 87 milioni di euro e produrrebbe 4.361 posti di lavoro addizionali (diretti ed indiretti), visto che nel periodo andranno in scadenza brevettuale prodotti per un valore a livello nazionale di oltre 2,1 miliardi di euro.