Exit strategy lontana per la BoJ, nessun tetto a espansione bilancio
La Bank of Japan porrà fine al QQE (e quantitative and qualitative easing) solo una volta raggiunto il target di inflazione stabile al 2%. Lo ha affermato oggi il governatore della Banca centrale nipponica, Haruhiko Kuroda, nel corso di un’audizione al Parlamento. Kuroda ha così allontanato nel tempo ogni discussione in merito alla exit strategy visto che “si è ancora a metà strada per il raggiungimento del target di inflazione“. L ultime stime dei membri della BoJ vedono l’inflazione al 2% verso la la fine dell’anno fiscale 2016 (che si chiude a marzo 2017).
Poco mosso il cross dollaro/yen in area 118,7.
Kuroda ha inoltre puntualizzato che non c’è un tetto su quanto la banca centrale può espandere il suo bilancio in relazione alle dimensioni del PIL. Attualmente il bilancio della BOJ si è ampliato a 277 trilioni di yen (2,330 miliardi dollari), circa i due terzi del pil giapponese. Il quantitative eading della BoJ è partito nell’aprile del 2013 con l’intento iniziale di portare l’inflazione al 2% entro due anni. Obiettivo che si è allontanato negli ultimi mesi complice il calo della domanda interna e dei prezzi energetici.
Intanto oggi Standard & Poor’s ha quasi dimezzato le stime sul pil del Giappone. L’agenzia americana pronostica una crescita di solo lo 0,7% quest’anno contro il +1,3% precedente e dell’1,3% nel 2016 dal +2,1%. Secondo S&P, che ha tagliato anche le proprie previsioni sulla Cina, gli effetti derivanti dal rafforzamento dell’economia americana e dall’abbassamento dei prezzi del greggio non sono ancora visibili nei dati macro della regione Asia-Pacifico.