Notizie Notizie Mondo Eurozona in ripresa, nonostante Brexit e flussi migratori

Eurozona in ripresa, nonostante Brexit e flussi migratori

13 Giugno 2016 15:47
 
 
Una voce fuori dal coro sulle prospettive dell’Eurozona è un balsamo per chi si occupa di investimenti. Soprattutto nel giorno in cui la severa agenzia di rating S&P dichiara in un report che, “determinare la causa esatta del deterioramento dei prestiti interbancari nell’Eurozona è più di una questione tecnica, va al cuore della costruzione di una zona monetaria ottimale“. Secondo Candriam invece le prospettive relative all’attività economica dell’Eurozona, nonostante una lieve flessione, restano positive. Non è certo una previsione priva di ombre: “Senza un sostegno di bilancio coordinato a livello internazionale, come auspicato dall’FMI, le Banche centrali sono ancora sole nel contrastare le pressioni deflazionistiche derivanti dall’eccesso di risparmio accumulato in Asia e anche in Europa“, spiega  Anton Brender, Chief Economist di Candriam.
Aziende più competitive
Secondo Brenden la crescita dell’Eurozona è trainata principalmente dalla domanda interna: e dopo i consumi, sono finalmente ripartiti anche gli investimenti. Il rimbalzo nella creazione di posti di lavoro e un aumento – seppur modesto – dei salari dovrebbero consentire ai consumi di continuare a crescere. “L’azione della Bce ha inoltre permesso un nuovo allentamento delle condizioni del credito, in particolare per le imprese – aggiunge Florence Pisani, Head of Economic Research di Candriam – Con il deprezzamento dell’euro e la moderazione salariale che hanno prevalso nell’uscita dalla crisi, la competitività delle imprese della zona euro è notevolmente migliorata, in particolare in Spagna e Portogallo“. In questo contesto, la crescita dovrebbe attestarsi leggermente al di sotto del 2% nel 2016 e nel 2017.
Un nuova “eurogovernance”
Tuttavia, le incertezze politiche (il referendum nel Regno Unito ovviamente, ma soprattutto la crisi legata ai flussi migratori) rendono le previsioni più rischiose del solito. “La zona euro si trova a un punto di svolta: qualunque sia il risultato del referendum sulla Brexit, se vuole evitare il rischio di stagnazione prolungata e correggere il suo ritardo negli investimenti, dovrà ripensare la sua governance“, è il parere di Pisani. In un contesto segnato da un crescente euroscetticismo, e alla vigilia delle cruciali elezioni in Francia e Germania, non sarà facile. Nel frattempo, la BCE continuerà da sola a fare tutto il possibile per sostenere l’attività economica.