L’euroyen ai massimi da 7 mesi
Tornano le vendite sullo yen. Dopo aver capitalizzato il ritorno dell’avversione al rischio provocato dalle trattative per evitare il “precipizio fiscale” negli Stati Uniti, la divisa nipponica torna a perdere terreno in scia del nuovo pacchetto di stimolo da 880 miliardi di yen messo in campo dall’esecutivo giapponese.
Il totale degli interventi, doppio rispetto a quanto inizialmente previsto, comprende misure destinate al comparto sanitario (132 mld jpy), a incentivare l’occupazione (110 mld) e al finanziamento delle piccole e medie imprese (95 mld). Nelle intenzioni dei promotori il piano dovrebbe spingere al rialzo il Pil dello 0,2% e creare circa 80 mila posti di lavoro.
Oltre che ai nuovi stimoli, la debolezza della divisa del Sol Levante è da ricondurre alle prossime consultazioni elettorali del 16 dicembre che probabilmente decreteranno l’affermazione del Liberal Democratic Party, da sempre a favore di una politica monetaria più aggressiva dell’attuale.
Proprio ieri, Shinzo Abe, leader del Ldp, ha detto che la Bank of Japan dovrebbe immettere, in linea con la statunitense Federal Reserve, liquidità “illimitata” nell’economia giapponese. Secondo Abe l’intervento dovrà continuare fino a quando il tasso di inflazione (0,0% a ottobre in versione “core”) non salirà in quota 2%, il doppio rispetto all’attuale target fissato dalla BoJ.
In queste condizioni l’euroyen è tornato in quota 107,66 yen, il livello maggiore da sette mesi, mentre il cross con il dollaro si è portato a 82,74, non lontano dal massimo da inizio aprile. A novembre il primo incrocio è salito del 4% mentre il secondo ha messo a segno un +3,8%; +7,8 e +7,6 per cento da inizio anno.