L’Europa tende una mano all’Irlanda, ma la paura contagio ormai dilaga
Dublino fa sempre di più paura all’Europa. E l’Europa si muove. Dopo l’ennesima seduta ad alta tensione sui debiti sovrani e sulle Borse di tutto il mondo i ministri delle finanze dei Paesi della Ue che siedono al tavolo del G20, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito lanciano rassicurazioni. Dai cinque big del Vecchio Continente questa mattina arriva l’ennesima “dichiarazione congiunta di pace” per rassicurare i mercati sulla situazione finanziaria in alcuni Paesi della zona euro, in particolare quella dell’Irlanda. Esiste un Fondo salva-Stati provvisorio e come si sta lavorando alla costituzione di un meccanismo permanente dalla metà del 2013, è stato ricordato.
Ma secondo le prime indicazioni dai futures è una partita persa: le Borse si apprestano a reagire con l’ennesima scrollata di spalle. La burrasca finanziaria che si è scatenata sull’Irlanda peggiora giorno dopo giorno, nonostante l’establishment irlandese cerchi di rassicurare i mercati dicendo che “non chiederà l’aiuto” della comunità internazionale.
Ieri lo spread dei bond a dieci anni contro il corrispondente Bund tedesco è schizzato a un ennesimo record storico di 652 punti, trascinando al rialzo, oltre allo spread dell’Italia, anche quelli degli altri Paesi periferici della zona euro. Lo spread del Portogallo è salito a 483 punti, quello della Grecia a 928 e quello della Spagna a 213, ai massimi dallo scorso giugno.
Sui mercati si teme che Dublino tenda il cappello all’Unione europea per poter accedere al fondo salva-stati. L’Unione Europea ieri ha ribadito che è pronta ad aiutare l’Irlanda, ma che al momento “non è arrivata alcuna richiesta”. “Quello che è importante sapere – ha precisato il presidente della Commissione europea, José Barroso – è che adesso abbiamo in campo tutti gli strumenti per sostenere l’Irlanda. Se necessario, l’Ue è pronta a sostenerla”.
Secondo le ultime previsioni fatte dallo stesso governo di Dublino, il deficit irlandese per il 2010 potrebbe schizzare a oltre il 32% del Pil a causa di una situazione delle finanze andata fuori controllo per il salvataggio del settore bancario. Morgan Kelly, il professore di economia irlandese soprannominato doctor doom per le previsioni nefaste spesso avverate, non ha dubbi: un’ondata di insolvenze sui mutui potrebbe portare a 70 miliardi di euro il costo del salvataggio delle banche nel Paese, finora stimato a 50 milioni.
L’ondata di sfiducia ha travolto anche l’Italia. E’ schizzato ai massimi storici dall’introduzione dell’euro il premio di rendimento pagato dai Btp decennali italiani rispetto ai titoli di Stato tedeschi. Lo spread tra i Buoni e il Bund, infatti, è balzato a 18