Eurodollaro tonico nonostante lo Zew
Segno più per la moneta unica che, nonostante le indicazioni deludenti in arrivo dalla Germania, in prossimità della chiusura dei listini europei passa di mano a 1,3753 dollari, lo 0,35% in più rispetto al dato precedente.
L’indice che misura il sentiment degli investitori della prima economia europea a febbraio è inaspettatamente sceso di sei punti a 55,7 punti. Gli analisti avevano stimato un dato sostanzialmente in linea con il precedente. Segno più invece per l’indicatore delle condizioni correnti, passato da 41,2 a 50 punti.
“Ci aspettavamo una divergenza dei due dati, ma non così marcata”, rileva Vincenzo Longo, Market Strategist di IG. “Gli investitori -continua Longo- sembrano riconoscere che, data la sua vocazione per l’export, i principali rischi per l’economia tedesca rimangono il rallentamento della crescita globale e gli shock che potrebbero arrivare dai Paesi Emergenti”.
Il dato, come detto, non sta influenzando il cambio con il dollaro che mette a segno la quarta seduta consecutiva in territorio positivo. “Questo andamento ci conferma, ancora una volta, che la crisi europea del debito appartiene al passato”, ha dichiarato Thu Lan Nguyen, analista di Commerzbank.
Secondo l’esperta, la forza dell’euro arriva dall’economia reale e in particolare “dal dato relativo il Pil, salito più delle attese (+0,3% t/t) nel quarto trimestre”. “Se il trend economico dovesse proseguire, il miglioramento dell’outlook potrebbe spingere la Bce a ignorare le indicazioni poco confortanti in arrivo dai prezzi”.